Le Comunità di valle soffocano la democrazia
Le Comunità di Valle = scomparsa delle liste civiche nei Comuni del Trentino
Non ho firmato il referendum proposto dalla Lega, troppi sono i valori e gli ideali che mi separano da questo partito; tuttavia gli obbiettivi proposti nel tema referendario di cancellare le Comunità di Valle trovano motivazioni politiche e giuridico/istituzionali più che valide.
Se la raccolta delle firme era targata Lega, viceversa il Referendum rappresenta uno strumento fondamentale di democrazia e riguarda tutti i cittadini; i partiti dovrebbero per senso civico e responsabilità politica invitare tutti gli elettori ad esercitare il diritto dovere del voto e magari cogliere l’occasione per spiegare le ragioni di votare pro o contro le Comunità di Valle.
Da un lato registro ad un assordante silenzio dei partiti che sostengono la Giunta Provinciale, o peggio ancora lanciare l’appello alla diserzione delle urne; appello che ricorda la famosa frase craxiana di “andare al mare”. Bella prova di democrazia e poi ci si lamenta della scarsa credibilità che i partiti esercitano nei confronti dei cittadini.
I motivi di preoccupazione per la tenuta della democrazia nella nostra Provincia Autonoma sono diversi , ma i principali sono sostanzialmente due:
il primo è rappresentato dal trasferimento dei poteri d’intervento dei Comuni a favore delle Comunità di Valle, processo che va ad aggiungersi ad una serie di atti lesivi dell’autonomia comunale già attuati dalla Provincia di Trento;
Il secondo motivo di preoccupazione è rappresentato dal fatto che la legge istitutiva delle Comunità di Valle dispone che i componenti elettivi di tale ente (ovvero i tre quinti dell’assemblea) “sono eletti a suffragio universale diretto sulla base di una o più liste aventi a riferimento tutto il territorio della Comunità e prevede che Le elezioni si svolgano contemporaneamente al rinnovo dei Sindaci e dei Consigli Comunali .”
Benché non sussista un esplicito “obbligo di affiliazione” tra una lista che si presenta per le comunali ed un’altra che si presenta per la Comunità di Valle ( il trucco sarebbe stato fin troppo palese e sfacciato …), è evidente che la coincidenza temporale delle rispettive elezioni, renderà impossibile, per una lista civica comunale, organizzare una propria campagna elettorale disgiunta e indipendente da quella delle varie liste (ovviamente tutte partitiche) che si presenteranno contemporaneamente per la Comunità di Valle e per il rinnovo dei Consigli Comunali.
Si realizzerà pertanto uno dei veri scopi della “riforma” istituzionale: la morte delle liste civiche nei comuni e la definitiva omologazione al modello partitico provinciale.
Sandro Giordani
Villa Lagarina
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