Le comunita’ di valle: una’opera nostrana
Una “grande opera” nostrana: le Comunità di Valle.
In Italia oramai il nome “grandi opere” è diventato sinonimo di progetti costruiti troppo spesso solo per far arricchire pochi, nascono sempre da accordi ben poco trasparenti fra gruppi politici e imprese poco raccomandabili e spesso producono disastri ambientali. Sicuramente le grandi opere come il Tav o altre che sono state bloccate prima della loro costruzione come il Ponte Sullo Stretto, non servono per contribuire a migliorare la vita e la sicurezza della maggioranza dei cittadini, ma sono vere a proprie speculazioni.
Qui in Trentino Alto Adige ne abbiamo una il TAC, cioè il tunnel del Brennero, che consumerà molte risorse che arriveranno anche dall’Europa. Queste risorse nel futuro non certo roseo che ci aspetta si sarebbero potute spendere su altri fronti che saranno emergenziali come la sanità e la scuola e il welfare in generale.
Una delle riforme che alla sua nascita era stata giustamente vista come la più interessanti per il nostro territorio quella delle Comunità di Valle; in corso d’opera è diventata un’ opera pletorica che ha aumentato i costi della politica producendo una situazione poco funzionale a sviluppare piu’ partecipazione e autonomia ai territori.
Insomma ciò che è stato pensato per sussidiarietà orizzontale per ora sembra aver allontanato ancora di più i cittadini dalla politica, strumentalizzando un tema importante come quello della “partecipazione”.
Causa di questo per ora buco nell’acqua è che dalla nascita non ha ancora potuto usufruire delle “competenze” che l’apparato provinciale avrebbe dovuto cedere e che servirebbero servite per poter trovare un senso nello scacchiere delle istituzioni locali della nostra Provincia.
Non voglio buttare via il bambino con l’acqua sporca ma credo che la questione sia principalmente che le attività svolte i questi anni dai presidenti, assessori potevano essere fatte senza stipendi e senza istituire un livello intermedio di dubbia costituzionalità.
Si è perso fin troppo tempo, la degenerazione della riforma è evidente si punti alle unioni dei Comuni come si è fatto in Val di Ledro , per fare in modo che comunità territoriali partecipanti e attive diventino reali e non restino sulla carta come lo sono ora con le “Comunità di Valle”, una “grande opera” nostrana.
Jacopo Zannini