Le diffamazioni di Carotta vanno smentite
Il comunicato sulla pagina di FILCAMS e le dichiarazioni del Carotta a mezzo stampa di oggi ci obbligano ad intervenire in tutela di tutti i lavoratori e le lavoratrici di AMR. Noi avremmo preferito che il Carotta aggredisse USB e non i lavoratori AMR iscritti e non iscritti al sindacato ma ciò non è avvenuto, difatti ai lavoratori verrà dato supporto legale per intervenire nei confronti del Carotta dato che lo stesso li ha umiliati diffamandoli sia verbalmente che per iscritto. Comunque l’offesa pubblica dei lavoratori ormai è una linea politica per i confederali che non essendo in grado di combattere un sistema nell’interesse dei lavoratori, molto spesso trasbordando nelle assemblee ingiuriando lavoratori e lavoratrici.
Da tempo ormai i lavoratori AMR si sono visti abbandonare dalla CGIL. Abbandonati nelle trattative e nelle lotte fu scelta degli stessi iscritti CGIL di entrare a far parte dell’universo USB nel 2015, chiedendo fin da subito il diritto, negato da CGIL, di poter scegliere i propri rappresentanti sindacali e dare il via al procedimento per l’elezione delle RSU. Purtroppo tale procedimento può essere indetto dalla Nostra Organizzazione Sindacale solo in presenza di RSU decadute o precedentemente elette, cosa che in AMR non esiste e per tanto solo CGIL, CISL e UIL possono procedere nell’indire tale elezioni.
Qui ora casca il palco per CGIL.
Dopo quasi un anno e mezzo di sangue e lacrime USB è riuscita grazie ad una sentenza a farsi riconoscere quale sindacato rappresentativo in AMR, formalizzando le proprie RSA e avendo la possibilità di indire assemblee per TUTTI gli operai. Proprio grazie alla sentenza, i lavoratori vennero a conoscenza della mancanza di ore di assemblea sindacale dei lavoratori divorate da queste assemblee per soli iscritti alle quali partecipavano 3 o 4 operai sui 50 presenti in AMR, oltretutto chiediamo a Carotta di presentarci documentazione normativa e giuridica che dia la possibilità ad una sigla sindacale di indirre l’assemblea dei lavoratori per solo gli iscritti.
Il Carotta e il suo sindacato di provenienza sembrano proprio dei saltimbanco e in simbiosi l’uno con l’altro; quando fa comodo si rifanno alle normative cercando di escludere i sindacati di classe da trattative e dall’attività sindacale, mentre quando loro si trovano in difficoltà perchè i lavoratori li hanno abbandonati non credendogli più preferiscono inventarsi diritti acquisiti inesistenti e a danno dei lavoratori.
Per quanto riguarda la violenza e alle minacce denunciate dal Carotta non abbiamo parole, non vi è stata violenza ne minaccia, anzi sarebbe da pazzi minacciare e intimidire gli iscritti CGIL e l’RSA , questo perchè i prmi sono lavoratori al pari degli altri e vanno coinvolti in qualsiasi iniziativa di lotta, per tanto è da kamikaze intimidirli, mentre intimidire e minacciare l’RSA CGIL sarebbe da ingenui a rischio di licenziamento per insubordinazione dato che è un Coordinatore AMR quindi un superiore dei lavoratori. In merito all’RSA ci spieghi pure il Carotta come pensa di giustificare il ruolo sindacale e la carica aziendale del suo RSA.
I lavoratori che rivendicano il diritto di accedere all’assemblea di loro interesse dopo esser stati subdolamente esclusi dalla stessa con la falsa scusa del riscaldamento senza aver notizia di spostamento della sede assembleare NON sono violenti e minacciosi ma invece sono ARRABBIATI e PRESI IN GIRO da un funzionario che dovrebbe tutelarli invece che strumentalizzarli. Se poi la paura del Carotta era di affrontare con i lavoratori la faccenda Eternit a Mori che vedrebbe coinvolto direttamente un suo referente sindacale che tra l’altro veste le veci di coordinatore in AMR (per noi incompatibile con il ruolo da RSA) che ci possiamo fare? Bastava che a suo tempo denunciasse pure lui la faccenda e si schierasse in difesa del diritto alla sicurezza e salute sul posto di lavoro. Forse c’è qualcosa che va oltre alla questione sindacale? Qualche altra sorta di legame? Ci auguriamo di no, anzi crediamo o almeno speriamo di no!
Sappia comunque il Carotta che i lavoratori hanno proseguito la loro assemblea sul piazzale CGIL e si sono arrangiati nel raccogliere le firme di TUTTI meno che due, iscritti a CGIL e non, presenti assemblea, consegnandole regolarmente in azienda.
Vorrei oltre tutto chiudere in bellezza questo comunicato. Ricordando che l’illustre funzionario Carotta ha comunque permesso di accedere all’assemblea a due non iscritti che innanzi a lui si sono presentati come tali ancora molto prima dell’ingresso degli altri lavoratori non iscritti a CGIL e che non più di un anno fa circa durante una seduta sindacale tra AMR e Organizzazioni Sindacali voluta e richiesta da USB, lo stesso e il suo RSA comunicavano all’Azienda l’inutilità di quel tavolo e che per loro tutto andava bene così (infatti interventi da parte dei confederali non ce ne sono mai stati). E questi devono essere rappresentativi per chi?
USB Lavoro Privato
Federico Menegazzi
CAMPAGNA ELETTORALE.
Il clima politico è di inarrestabile decadenza e di caos.
Quindi un terreno fertile per lo mascheramento veritativo e l’azione rivoluzionaria.
Si dipanano rapidamente le ambiguità e cadono le maschere.
I topi scappano dalla traballante nave di Renzi, che continua ad imbarcare acqua.
Si ritira dalla competizione elettorale il tenero PISAPIA col suo ridicolo campo progressista: un democristiano travestito da rifondatore comunista.
Scompare dalla scena politica anche Angelino Alfano, altro democristiano nel DNA.
Gli altri cespugli rimasti in campo sono:
– LISTA PER IL POPOLO di
Ingroia e Chiesa.
– RIFOND. COMUNISTA
– VERDI
– SOCIALISTI di Nencini
– PIÙ EUROPA di Bonino
– UDC di Cesa
– MOVIM. di Fitto
– ” di Verdini
– CASA POUND
– FORZA NUOVA.
10 cespugli senza idee e un forte progetto politico, che aspirano solo a scaldare qualche poltrona a 15.000 €/mese. Ma che hanno probabilità di farcela prossima allo 0.
Perciò la partita si giocherà fra i rimanenti 6 partiti principali.
Col probabile risultato di un caos parlamentare e impossibilità di formare un governo.
In questo casino è sempre più valida la mia scelta politica e il mio suggerimento di astenersi dal voto, ultima maschera rimasta malamente incollata a questo sistema democratico in irreversibile agonia.
Stacchiamo la spina al moribondo!
FILOSOFIA E BUON SENSO.
Nella lotta politica l’approccio filosofico, purché sia disincantato e spregiudicato, è superiore rispetto ad ogni altro.
E vincente, perché va al di là delle apparenze, cui si aggrappano tutti gli altri approcci: confessionali, sociologici, psicologici ed economistici, nonché quelli dei cultori del buon senso.
Perché solo andando al fondo dei problemi, cioè al di là dei sintomi, se ne può scoprire l’eziologia, farne una diagnosi corretta, formularne la prognosi probabile, e approntarne la terapia.
Ma per fare questo ci vuole un nuovo tipo di filosofo:
quello, inaugurato da Marx, che unisce e alterna teoria e prassi, parola e azione, spirito e materia.
Tutti gli altri, quelli che fanno solo delle stupide chiacchiere teoriche, bisogna spietatamente mandarli affanculo.
“Se il voto contasse qualcosa, ce lo avrebbero già tolto”
Mark Twain.
È una maschera, una illusione che solletica la vanità di contare qualcosa.
Un rito inutile e dannoso per gli elettori.
Ma non per gli eletti, che vanno a scaldare per 5 anni careghe da 15.000 EURO al mese.
Soldi di chi paga le tasse.