Legge sui Vitalizi: la porcata 2.0
Quando abbiamo deciso di portare la protesta in piazza contro i vitalizi ed i privilegi della politica, siamo stati facili profeti nel prevedere che alla fine questo consiglio, in spregio al sentire dei cittadini, non avrebbe cancellato vitalizi e privilegi, come più volte furbescamente dichiarato alla stampa, ma solo effettuato qualche limatura alla scandalosa legge del 2012. E così è stato
Nella discussione abbiamo assistito ad affermazioni sbalorditive e molti, troppi consiglieri con una spudoratezza senza limiti, sostenevano che quei soldi “se li erano meritati” per il duro lavoro fatto neanche si trattasse di lavorare in miniera o in fonderia con turni notturni.
Sarebbe interessante se la stampa indipendente pubblicasse gli estratti degli interventi dei consiglieri da cui ne uscirebbe uno spaccato della loro arroganza e lontananza dai cittadini di una politica sempre più autoreferenziale e priva di ogni spinta verso la sobrietà.
Il Consiglio regionale, accettando le mediazioni fatte in altre sedi, alla fine abdicando al suo ruolo di rappresentante del popolo, ha votato a maggioranza la PORCATA 2.0.
Una legge che sostanzialmente lascia invariati i privilegi dimostrando, se ancora ce ne fosse stato bisogno, che “La CASTA non accetta processi (vedi Grisenti) e nemmeno le critiche (vedi nuova legge)”. Loro, con una sprezzo verso i cittadini, proseguono sulla loro strada contando sul fatto che fra 4 anni, alle nuove elezioni, la gente o avrà dimenticato o ai più critici diranno che loro erano contrari e che la colpa è di altri.
Sostenere poi – come fa il presidente Rossi ed il PD, che comunque è un passo avanti suona come una beffa nei confronti di tutti i cittadini che lavorano, pagano le tasse, ma sopratutto nei confronti di giovani e disoccupati che si vedono sottrarre (sarebbe più giusto dire “rubare”) ingenti risorse che potevano essere messe a loro disposizione per la ricerca di un lavoro o per interventi sociali e di solidarietà.
Niente da fare, questa CASTA è indifferente a tutto tranne al suo personale tornaconto ed a quelli dei loro famigliari visto la reversibilità di questi privilegi.
“State dimostrando che siete qui solo per i soldi” recitava lo slogan del comitato “aiutiamo a cambiare che per tre mesi ogni mercoledì presidiavano piazza Dante.
Mai slogan fu più veritiero.
A Rossi ed alla maggioranza, ma anche a quanti ritengono insufficiente questa legge, possiamo solo dire che difronte all’arroganza della SVP sono stati incoerenti e pavidi in quanto non hanno avuto il coraggio di approvare una legge anche se questo avrebbe fatto saltare l’alleanza in regione. Nei fatti, hanno dimostrato che gli interessi personali e di partito prevalgono sull’interesse generale.
Avrebbero potuto chiamare i cittadini a votare su un referendum consultivo per farsi dare il necessario mandato per approvare la legge che avrebbe dovuto cancellare la legge sui vitalizi.
Questo non è stato possibile perché la proposta della maggioranza, come quella approvata ieri, correva sullo stesso binario. Quello di ridurre, ma non cancellare, vitalizi e privilegi della casta a trazione autonomista che regge la regione Trentino Alto Adige.
Per questo non hanno avuto il coraggio di sfidare le opposizioni anche a costo di mettere in gioco la loro sedia. Tanto la loro poltrona vale di più che una buona legge.
Ezio Casagranda
USB Trentino, SBM e Slai Cobas
Sono stato partecipe della protesta. Non mi lamento del risultato, non avevo ne speranze ne dubbi…solo il naturale sostegno a “chi” ci credeva molto più di me e comunque, come in tutte le situazioni di ingiustizia, lo schierarsi dalla parte della “vittima” è per me naturale e obbligato. Non è questa la lotta principale, anche se il solo sapere e leggere di quello che questa classe – inetta e superficiale – gode sfrontamente e impunemente a nostre spese, fa vomitare dal disgusto…è un sistema da combattere ingiusto e vorace che sperpera e dissolve negli affari privati il lecito e l’illecito, consuma danaro e territorio per scopi che non hanno futuro se non nel peggiorare le condizioni di vita dell’uomo e dell’ambiente.
Detto questo…rimane l’interrogativo di sempre: cosa fare, come muoversi per fermare questa macchina che si alimenta con il minimo di consenso della gente, ma che comunque gode dell’apparato dello Stato?
antonio