Lettera aperta a Nina e Marianna
Pubblichiamo la lettera delle Mamme NO TAV di Marco di Rovereto (TN) in solidarietà delle due cittadine in carcere a Torino per aver contestate la Tav Torino-Lione.
E’ incredibile!!
Nina e Marianna siete ancora in carcere: ora, proprio ora siete ancora lì..
Non sappiamo a cosa pensate in queste lunghe giornate, ma lo possiamo immaginare.
Per te Elena (Nina), si è scomodato un pezzo “da novanta”come il Procuratore Generale.
Tutto il movimento no tav e non solo, si stringe attorno a voi e grida con forza la vostra scarcerazione. Non vogliamo fare valutazioni politiche o giudiziarie (altri lo fanno e lo faranno): certo, salta all’occhio il fatto che non vi siano stati concessi neanche gli arresti domiciliari, come foste delle pericolose criminali, quando scorrazzano per tutto il paese potenti di tutti i colori che continuano (liberi e felici) a corrompere questa nostra società e che continuano ad arricchirsi ridendoci in faccia.
Noi guardiamo tutto questo da un punto di vista più stretto forse, ma più concreto, più della persona.
Siamo vicine a voi come donne, madri di famiglia, consapevoli e responsabili dei nostri cari, che lottano in modo assolutamente pacifico, ma nondimeno determinato, perché non gli venga rubato il futuro da una mega opera inutile, devastante ed economicamente catastrofica.
Ci vediamo, chissà…domani…dopodomani, nei vostri panni…e la tristezza è tanta.
Che faranno le nostre famiglie, i nostri figli… che penseranno? Riusciremo a spiegar loro perché la loro madre questa sera non c’è, ma è in carcere? “Che ha fatto mamma”? Come si fa a spiegare ad un figlio che noi stesse abbiamo cresciuto nel rispetto delle regole, nell’essere educati rispettando gli altri ed anche nel rispetto dell’autorità….come si fa a dirgli che tu non hai fatto nulla, che ti sei solo protetta per non intossicarti e che questo sistema pare impazzito.
Forse è come ha detto Mercalli: uno “squallido teatrino”. Questo paese va alla deriva….. non vuole che prevalga il buon senso; questa Italia tanto derisa perché “mammona”, ha rotto anche quest’ultimo diaframma.
Di certo non vogliamo piangerci addosso e da lontano vi arrivi il nostro sorriso, la nostra serenità, e la nostra determinazione a proseguire questa (che insieme ad altre) sono battaglie pacifiche per il bene comune, fatte da gente comune come voi, come noi e proprio per questo difficili da arginare.
Non sarà sufficiente questo duro provvedimento a fermare il giusto impegno di tutte per un paese migliore anche senza Alta Velocità.
23 settembre 2011