Liberalizzazioni e privatizzazioni.

Liberalizzazioni e privatizzazioni dei servizi pubblici.
I dati riguardanti l’aumento del costo dei servizi pubblici, forniti dalla Cgia di Mestre, dimostrano inequivocabilmente il fallimento della politica delle liberalizzazioni e delle privatizzazioni.

A fronte di un aumento dell’inflazione ufficiale pari al 24% – ma quella vera è sicuramente maggiore -, di un aumento dei salari minore rispetto all’aumento del costo della vita con contestuale perdita del
potere di acquisto, negli ultimi dieci anni il prezzo di acqua, gas e rifiuti è aumentato mediamente più del 50%; quello dell’autostrada e dei trasporti ferroviari e urbani più del 40%; quello dell’energia più del 35% e quello dei servizi postali più del 25%. Solo il prezzo delle tariffe della telefonia, in particolar modo dei telefoni cellulari, è
calato in cambio del licenziamento di migliaia di lavoratori.
A cosa è servito quindi regalare l’autostrada a Benetton e la telefonia pubblica a Tronchetti Provera?
A cosa servirà il regalo di parte del trasporto ferroviario a Montezemolo?
Molti amministratori pubblici hanno ormai da anni coscientemente abdicato alla concorrenza capitalistica e con l’introduzione delle società a capitale misto pubblico-privato hanno garantito con la loro regia ai partner privati la sicurezza di fare profitto.
I privati solitamente lasciano l’onere della manutenzione straordinaria delle reti al settore pubblico, che attinge dalle casse pubbliche per coprire i costi. Cosa significa questo? Che si socializzano i costi e che si privatizzano i profitti! In Trentino Dolomiti Energia è un esempio.
Ovviamente anche nel caso in cui i servizi siano gestiti completamente dagli enti pubblici attraverso società di capitali (la cosiddetta gestione in house) il problema del continuo aumento dei prezzi permane perché è la ricerca di profitto – nemmeno quella di coprire solo i costi – a determinare le politiche di gestione.
Nonostante questo il governo nazionale e provinciale proseguono sulla strada della cosiddetta razionalizzazione dei costi utilizzando ancora gli stessi fallimentari strumenti di cui sopra subordinando gli
interessi collettivi a quelli economici ed impedendo ad un numero crescente di persone di beneficiare di diritti che devono essere di tutti.
L’alternativa a questo scempio è la ripubblicizzazione dei servizi sotto il controllo diretto da parte dei lavoratori e dei cittadini nell’interesse della collettività senza riconoscere alcun indennizzo ai grandi speculatori privati. Gli amministratori pubblici eletti devono avere un mandato che sia revocabile in qualunque momento da
parte dei cittadini per impedire che i primi creino delle caste che sfuggano al controllo dal basso da parte dei secondi.
La produzione dei servizi sotto il controllo cosciente e responsabile dei cittadini permetterà non solo una diminuzione dei prezzi e degli sprechi ma lo sviluppo di innovazioni tecnologiche, che nell’attuale sistema sociale sono centellinate per spremere il maggior profitto possibile a discapito del benessere collettivo.
Mirko Sighel
Segretario Circolo Vallagarina del Partito della Rifondazione comunista

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