Liberiamo i beni comuni
Le elezioni provinciali del Trentino stanno disegnando, a parte poche eccezioni, un panorama senza forti novità rispetto ad un esistente dove gli spazi di partecipazione dal basso sono ridotti e comunque non influenti, una politica economica che non prende con coraggio le distanze dal modello nazionale del nostro Governo delle larghe intese: tagli orizzontali (spending review) operati in tutti gli aspetti del welfare state, ulteriore precarizzazione del lavoro, privatizzazione dei beni e dei servizi pubblici. Temi su cui a livello locale, nazionale ed internazionale, si è aperto un importante fronte di resistenza e di elaborazione che ha consentito di aprire una prospettiva alternativa.
Con il Referendum Acqua Bene Comune vinto due anni orsono con un sostegno popolare mai visto si è aperta in Italia una stagione che ha messo in discussione la politica così come vissuta negli ultimi decenni, mettendo in luce una forza e una volontà cittadina che parla di autorganizzazione, ripubblicizzazione, occupazione di spazi culturali e sociali: dal teatro Valle di Roma, all’ex Asilo Filangeri di Napoli, alle tante piccole e grandi riappropriazione da parte delle cittadinanze, le battaglie contro le grandi opere e più in generale le azioni collettive per una maggiore giustizia sociale, evidenziano la rivendicazione di un ruolo della società civile politico in un orizzonte che dove nuove nascono nuove forme di vita e di organizzazione a venire.
Un’ondata che anche attraversa il pianeta e che in molti luoghi cerca di opporsi alla finanziarizzazione selvaggia delle risorse, che è la reale causa di guerre, povertà e sfollamenti forzati, e la Colombia dello sciopero contadino di questi mesi ne è forte testimonianza.
Vogliamo Liberare i Beni Comuni.
Il 2 ottobre vorremmo provare ad intensificare le nostre relazioni ed alleanze per un vero e proprio patto per un rilancio della gestione pubblica e partecipativa verso una pratiche di democrazia diretta da parte di chi vive i territori .
Saranno presenti, fra gli altri, Santiago Mera antropologo ed attivista per i diritti umani dalla Colombia, rappresentante comitato veneto Acqua Bene Comune e Valle del MIS, associazioni studentesche, movimenti, cittadini trentini.