Manifestazione antifascista: il day after
Delusi da un corteo pacifico e determinato hanno riesumato gli opposti estremismi per nascondere un dato politico incontrovertibile.
Trento è e rimane antifascista e nei cittadini rimane ancora forte lo spirito antifascista che non intende e non vuole sottovalutare i pericoli vecchi e nuovi che provengono dalle pratiche politiche che si rifanno al fascismo.
Leggendo la cronaca della giornata di ieri sembra che i mass media non siano riusciti a nascondere il loro disappunto dovuto al semplice fatto che gli scontri da loro preventivati, e in alcuni casi auspicati non ci sono stati.
Se qualche articolo si è dovuto riscrivere, se qualche comunicato di presa di distanza dalla violenza è stato cestinato questo è un grande risultato politico della manifestazione organizzata dal cso Briuno a cui a aderito Rifondazione Comunista, che pur essendo parte attiva dell’organizzazione la stampa ha accuratamente evitato di menzionare.
La loro delusione emerge nello scorrere le pagine dei giornali. Basti vedere lo spazio riservato a casapound per far passare un messaggio che la manifestazione è stata inutile; Il riferimento a un clima di tensione che ieri non si è visto, le foto dei caschi della polizia e di qualche anarchico per dimostrare una tensione che non c’era, il fatto che le bandiere, gli striscioni, le facce colorite lasciate ai margini della cronaca sono la palese dimostrazione che le previsione o forse anche le aspettative dei vari direttori erano altre.
La manifestazione di ieri va archiviata come un grande risultato politico che dimostra la maturità di un movimento antifascista militante che non vuole e non può essere omologato dentro schemi politici, superati e politicamente vetusti, come la teoria degli opposti o la sola dimensione istituzionale che oggi non sono più sufficienti per leggere la realtà..
Un movimento che ha saputo parlare alla città, naturalmente queste voci non sono arrivate alle testate giornalistiche, per dire, anche fisicamente, che l’ideologia fascista è pienamente riconoscibile anche dietro i panni di casapound, del blocco studentesco o di altre associazioni pseudoculturali che rivendicano uno stato forte (il duce) il quale dovrebbe, mandando al confino o in carcere quei cittadini che osano protestare, risolvere i problemi di questa società ingiusta e iniqua.
Una manifestazione che ha collegato la lotta antifascista alle lotte sociali, per il lavoro per i diritti messi in discussione dalle politiche di austerità. Quelle stesse politiche che sono l’espressione della speculazione e della finanza e alimentano le formazioni di estrema desta (vedi alba dorata in Grecia) per tenere ai margini della vita politica le masse popolari, le forse di sinistra e ogni bagliore di proposta alternativa alle direttive della Troika.
Per questo appare, questo si fuori dal tempo, chi ancora sostiene la politica degli opposti estremismi per giustificare casapound con argomentazioni figlie di quel revisionismo storico che – da De Felice e Violante – ma che in questo periodo trovano molti proseliti, stanno violentano la resistenza e la storia della repubblica italiana ed in particolare Carta Costituzionale che è figlia della lotta partigiana al fascismo.
In ultima due righe per dire al direttore di un giornale locale che paragonare i comunisti ai fascisti è un falso storico. La lotta antifascista e la lotta di resistenza e partigiana hanno visto i comunisti come parte fondamentale di questa lotta di liberazione e nella costruzione della Costituzione. Quella Carta Costituzionale che ci ha reso liberi dal giogo fascista ma che nello stesso tempo ha posto i termini (Titolo XII) affinché quelli orrori del ventennio fascista non ritornassero più. Mettere sullo stesso piano i carnefici fascisti con i comunisti partigiani non è solo violenza alla storia ma un’offesa a tutti i democratici.
Noi siamo sempre stati per i dialogo e per la democrazia e quindi ben venga quindi il confronto ed il dibattito ma, a mio modesto avviso, nel rispetto della Costituzione rivendicandone la sua piena applicazione dal Titolo XII sul fascismo, all’articolo 11 sul rifiuto della guerra come strumento per la risoluzione delle controversie internazionali, dall’articolo 36 sul diritto ad una retribuzione dignitosa dall’articolo 1 per quanto riguarda il lavoro per non parlare del finanziamento della scuola privata, ecc.
Purtroppo oggi la nostra Costituzione non viene applicata e per questo la manifestazione di ieri ha voluto parlare alla città per dire NO al fascismo, NO alla guerra, SI’ all’occupazione. SI’ al reddito di cittadinanza, al diritto alla salute, alla formazione, alla cultura, SI’ ad uno stato sociale efficiente e universale.
Questo è il nuovo antifascismo del terzo millennio.
Ezio Casagranda
Il mio commento triste e sconsolato va prorio verso l’editoriale di un direttore di giornale locale, come cita in chiusura Ezio, commento che sferrando a più riprese ” en colp al serc e uno ala bot”, ha cercato di mettere tutti sullo stesso piano, almeno questa è stata anche la mia lettura. Ho paura che in questo modo si aiuti ad appannare ancor più i valori della nostra storia, peraltro molto recente e della carta costituzionale. Se è con la cultura e l’insegnamento della storia che si potranno evitare tristi emulazioni del passato, che peraltro mi sembra in tutte le manifestazioni antifasciste di sabato sia stato ribadito, a mio avviso non è propriamente con quell’editoriale letto oggi che si imbocca tale strada.
Franco.
Caro Ezio, vale la pena di nominarlo quel direttore del giornale locale: è Pierangelo Giovanetti del giornale L’Adige. Lui non ha la penna, lui ha l’ostensorio in mano, pontifica dall’alto della sua “missione africana”, si concede al prossimo democratico-cristiano come il “vate” che manifesta simpatia solo verso chiunque sia cittadino per bene, paghi le tasse e gli affitti delle sedi (mica come quelli del “Bruno”)….ama il confronto delle idee (alla “Violante”)e “se ne frega” se queste idee partano da una cultura che ha alla base il razzismo, la discriminazione, l’oltraggio verso il diverso, che perseguono il fine dell'”Uomo solo al comando” e il ripristino della pulizia etnica.
Dimentica Giovanetti il passato, dimentica l’orrore, dimentica ferite ancora aperte (processi ancora in corso dimostrano – a distanza di anni – quanto il fascismo sia presente e coperto sotto altre spoglie), dimentica i moniti dei vecchi, ma ancora vivi, partigiani, dimentica parole di uomini come Bobbio o Calvino che sintetizzo nella loro essenza: “anche il più feroce, il più ributtante, il più interessato dei partigianisi batteva e moriva per la libertà; anche il più dolce, il più idealista, il più mite dei repubblichini si batteva per la dittatura”. E’ anche vero che Giovanetti è figlio di una degenerazione di questa società dello spettacolo che autocelebra se stessa e si consola sotto il capello protettivo del capitalismo mercenario e straccione dei vincitori.
Noi (la mia generazione) nonostante l’impegno militante non ce l’abbiamo fatta a mettere fuorilegge il M.S.I. (SI QUALCHE SEDE E STATA BRUCIATA),ma i fascisti di allora sono stati votati E USATI (dalla D.C.) e la Costituzione, beffata e calpestata, non è stata mai difesa (dov’era l’Anpi?). Alla fine, gratta gratta, si sono potuti prendere posti sempre più “presentabili” nelle istituzioni senza che nessuno si scandalizzi. Ma poi il rivoltante linguaggio e comportamento della “lega” non è da meno…eppure sono “democraticamente” accettati dentro e fuori le istituzioni. Un Borghezio non fa orrore per quello che dice, viene sospeso “democraticamente”, ma nessuno lo caccia a pedate in culo e gli toglie lo stipendio…Perchè? Noi paghiamo anche questo immenso squallore che è vuoto di coscienze, che è stato generato da una nostra sconfitta che parte dall’opera infame di un Togliatti che ha imposto il disarmo ai partigiani e ha graziato i fascisti assassini.
Antonio Marchi
Bravo Antonio, hai colto nel segno.
Ho letto le schifezze pubblicate dal giornale L’Adige. Quanto scritto è l’ennesima dimostrazione di come il direttore di questo quotidiano intende la democrazia.
Fa il democratico quando mette in prima pagina – come dice Antonio – il suo pontificare, poi, per via della teoria degli opposti estremismi, se qualcuno osa contestare i suoi scritti applica la censura.
Per questo lui si sente equidistante da fascismo e antifascismo senza accorgersi che invece sta solamente sdoganando definitivamente i fascisti d casapound.
Forse rileggere la Costituzione non farebbe male nemmeno a Lui.