Martin Ford : Meno orario e reddito minimo garantito
“I robot distruggeranno i vostri lavori, quindi serve il reddito minimo garantito”
Solo il reddito minimo, garantito e universale, può proteggerci dalla distruzione dei posti di lavoro causata dalla tecnologia. Martin Ford ne è convinto: imprenditore della Silicon Valley, speaker, editorialista, nel 2015 il suo Rise of the Robots è stato premiato come libro economico dell’anno da Financial Times e McKinsey.
Lo pubblica oggi Il Fatto Quotidiano. L’imprenditore, scrittore e autore del libro “il futuro senza lavoro” ha analizzato come l’automazione generi disoccupati e che servono scelte alternative a quelle della compressione dei salari praticare fino ad ora.
Martin Ford sostiene anche che l’idea di ridurre l’orario di lavoro “lavorare meno per lavorare tutti” è un’idea utile ma deve essere combinata con un reddito di cittadinanza in quanto a causa dei bassi salari, praticata da padroni e governi, non permette di sopravvivere riducendo ulteriormente il salario in cambio di più tempo libero ma anche perché se la riduzione di orario è praticabile per i lavoratori dipendenti non lo è per i professionisti .
Alla domanda del perché serve un reddito di cittadinanza Martin Ford risponde che “molti posti di lavoro andranno distrutti a causa dei robot, dobbiamo assicurarci che le persone abbiano comunque soldi da spendere o l’effetto dell’innovazione sarà di paralizzare tutta l’economia. Un reddito che dovrebbe essere erogato anche a chi lavora per evitare il paradosso che chi accetta un lavoro poco retribuito, come un fast food, percepisca meno reddito di un disoccupato”.
Penso che sarebbe stato utile che l’intervista a Martin Ford fosse pubblicata in prima pagina anziché a pagina 8, magari accompagnata anche da qualche considerazione fra quanto scrive Martin Ford e le nuove norme che il Governo Gentiloni sta elaborando per ridurre ancora salario e diritti dei lavoratori con le nuove proposte come il cosiddetto “Lavoro Leggero” (Smart Job).
Questa intervista richiama in causa la sinistra e i sindacati i quali fino ad oggi sembrano non accorgersi che mentre le politiche dell’austeruity distruggevano diritti, lavoro e salario, la bandiera della difesa del lavoro – da loro abbandonata – del salario dei lavoratori, dei giovani, dei pensionato e dei cittadini veniva presa in mano non solo dal movimento 5 stelle ma anche da imprenditori della Silicon Valley-
Questo dimostra come la cultura della sinistra moderata abbia assorbito l’ideologia neoliberista della globalizzazione rinunciando di conseguenza alle rivendicazioni di maggiori diritti per tutti, a difendere le conquiste salariali. Sostenere la riduzione dell’orario di lavoro per redistribuire lavoro e per garantire un reddito a tutti.
Davanti ai disastri sociali, dalla Grecia al job act, dal dilagare della precarizzazione all’aumento della disoccupazione, dalla riduzione dei salari alle privatizzazioni, imposti dalla globalizzazione – tramite i suoi strumenti di dominio come la UE, il FMI e la Nato – la sinistra ha rinunciato ai suoi ideali di solidarietà e di giustizia per sostituirli con quelli liberisti della competitività e delle privatizzazioni.
Purtroppo questa deriva culturale ha coinvolto anche i sindacati confederali che hanno completamente assorbito questa logica e quindi sono anche loro complici di questo massacro sociale.
Per questo spetta anche ad USB che in questi giorni sta tenendo i suoi congressi nazionali, rilanciare la lotta contro la globalizzazione, il neoliberismo, della finanza internazionale e ridare voce alla lotta per la riduzione dell’orario di lavoro, per un reddito di cittadinanza e per un nuovo stato sociale pubblico, efficiente e gratuito.
Ezio Casagranda