Mattarei, Progettone e coerenza sindacale
LA PRESIDENTE MATTAREI NEL MIRINO DI CHI HA VENDUTO CARA LA PELLE DEI LAVORATORI IMPIEGATI NELLE COOPERATIVE.
I lupi perdono il pelo ma non il vizio.
Sembra proprio che l’elezione di Mattarei alla presidenza della Cooperazione Trentina e la parificazione del proprio indennizzo a quello del suo predecessore abbia dato occasione alla triplice (CGIL, CISL e UIL) di poter scaricare colpe e responsabilità proprie (vedesi vicenda SAIT e rinnovo contratto Progettone e intervento 19), dovute dall’incapacità ormai nota di affrontare qualsiasi minima rivendicazione di natura sindacale. Si ricordi ai loro signori che piangono le proprie responsabilità, a loro modo come sanno fare bene accusando sempre terzi, che non poco tempo fa hanno raccontato ai lavoratori SAIT che nulla si poteva fare contro il datore di lavoro e che avrebbero per forza firmato accordi per la diminuzione del personale proponendo ai lavoratori ridicoli incentivi all’esodo. Forse in quel caso sarebbe stato più opportuno per loro scontrarsi contro un sistema che già da tempo aveva mostrato falle e buchi finanziari a fronte sopratutto dell’aumento di indennizzi ai dirigenti e l’aumento in contro partita di carichi di lavoro. Si vede che allora i Presidenti non si chiamavano Mattarei e che lo scontro avrebbe potuto causare qualche problema di “relazioni” tra le parti.
Se poi parliamo di Progettone e Intervento 19 (esempi di socialismo come ama predicare e credere il buon Ianeselli, dimostrando così di avere gravi lacune in materia) facciamo presente che proprio le tre sigle sindacali tramite l’inganno, la falsificazione e la mistificazione dei lavoratori hanno sottoscritto accordi penalizzanti eliminando pezzi di salario e diritti, trasformando un sistema sociale nato dall’esigenza di permettere ai lavoratori esodati e difficilmente riassumibili dai padroni a causa dell’età e/o problemi fisici dovuti all’usura da lavoro, di ottenere un salario e una pensione dignitosa, in un sistema di schiavitù e sfruttamento avvicinandosi sempre più alla soglia di povertà.
Insomma ai lor signori si consiglia prima di giudicare e supporre con eterei paroloni, di far mente locale su cosa hanno fatto sino ad ora per rivendicare e salvaguardare la dignità dei lavoratori. Un Sindacato dovrebbe essere parte attiva dell’avanguardia proletaria e non semplice strumento concertativo come ad oggi dimostrato. Infine si può essere in disaccordo con l’aumento salariale della Presidente Mattarei rivendicando il sacro diritto dell’aumento salariale dei lavoratori e delle lavoratrici, basta poi che il bue non dia del cornuto all’asino, ostinandosi a dar vita a propri “bancomat” come nel caso Sanifonds (assicurazione sanitaria privata) tramutando salario in ipotetico servizio, tra l’altro lamentando poi la carenza di capitali investiti nella sanità pubblica per poter garantire assunzioni, servizi e non ultima cosa la liquidazione in pochi mesi del TFR ai dipendenti di settore prossimi alla pensione. Chiediamoci e facciamoci dire da cosa sono formate le pensioni d’oro dei funzionari sindacali!
p.USB Lavoro Privato
Federico MENEGAZZI