Monti, Letta, Mediaset e la disoccupazione
La politica ed i mass media, troppo impegnati a discutere sulla pronuncia della Cassazione in merito alla sentenza su Mediaset, sembrano aver già dimenticato che, purtroppo, i dati sulla disoccupazione ci riportano ad una drammatica realtà che questo governo, come il precedente non vuole vedere.
Infatti, nonostante le riforme del governo Monti, a partire da quella sulle pensioni, fino alla modifica dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, per favorire, dicevano, l’occupazione giovanile i dati diffusi dall’Istat ci mostrano il completo fallimento delle politiche neoliberiste imposte dalla troika europea al governo italiano.
A giugno 2013 il tasso di disoccupazione giovanile sale al 39,1% con un aumento di 0,8 punti percentuali sul mese di maggio e di 4,6 punti invece su base annua.
Tra gli under 25 risultano 642.000 ragazzi alla ricerca di un lavoro. Mentre la disoccupazione è pari 12,1%, con un rialzo di 1,2 punti rispetto a giugno 2012.
Anche nel “ricco” Trentino i dati dimostrano che le politiche messe in campo della giunta provinciale non hanno portato a risultati incoraggianti. Infatti se è vero che la disoccupazione è al 7,6% non si può dimenticare che è raddoppiata in pochi anni mentre la crisi dell’edilizia e l’uscita dal Trentino di fabbriche come la Subaru e la Whirlpool sono sintomo che il sistema trentino è alle corde e che appellarsi all’Autonomia non può nascondere questa realtà.
Anche a Trento, come a Roma ed in Europa serve cambiare radicalmente le politiche economiche per mettere al centro il lavoro, i beni comuni, il reddito di cittadinanza e un sistema di welfare universale e gratuito.
Infatti anche da noi le politiche di spending review hanno tagliato risorse per i servizi sociali, dalla scuola alla sanità ai trasporti senza per questo intaccare gli interessi dei poteri forti che da sempre hanno controllato la politica trentina.
Mi riferisco al famoso tesoretto, pari a 550 milioni ei euro, dell’A22 – che ricordo è una spa a maggioranza pubblica – che viene stanziato per finanziare il tunnel del Brennero anziché essere utilizzati per politiche di sostegno alle politiche del lavoro, al miglioramento dei servizi sociali, alla cancellazione dei tiket sanitari, alle politiche per la casa e per nuovi ammortizzatori universali.
In questi giorni in Consiglio Provinciale discute del bilancio 2014. Maggioranza e opposizione si scontrano, con politiche ostruzionistiche, su come dovrebbe essere utilizzato il fondo per le emergenze di 10 milioni di euro.
Penso che in questo Consiglio prevalga una pericolosa miopia politica che fa discutere su 10 milioni anziché chiedere che i 500 milioni dell’A22, anziché essere destinati a finanziare un’opera inutile e devastante come il TAV, siano utilizzate per porre le basi per un modello sociale ed economico veramente alternativo ai 15 anni del governatore Dellai a partire dalle energie rinnovabili.
Per questo resto convinto che il prossimo 27 ottobre, votare gli attuali partiti presenti in Consiglio diventi un inutile esercizio della democrazia in quanto questi partiti hanno in comune lo stesso obiettivo: quello di permettere ai poteri forti, loro amici, lo sfruttamento delle nostre risorse e delle bellezze della terra trentina.
Un modello economico che usi le risorse del nostro territorio per migliorare le condizioni economico e sociali dei suoi abitanti e non essere per i profitti dei soliti noti.
Aria, acqua, territorio sono beni comuni che devono essere gestiti dal pubblico e non dati in concessione, per qualche euro, ai privati che da sempre pensano al loro profitto e non al pubblico interesse o ai bisogni sociali della popolazione che vive il territorio.
Ezio Casagranda