Mori: Quando arroganza e prepotenza ….

Riportiamo questo scritto di Stefano sulla provocatoria iniziativa del PD di Mori denominata “il diritto di resistere” nel vano tentativo di recuperare qualche consenso dopo le brutte figure accumulate sulla vicenda delle Vallo tomo di Mori.
Forse quel titolo il PD voleva spiegarci come il potere intende resistere alle richieste di democrazia, partecipazione e trasparenze (che sulla vicenda del vallo tomo sono mancate) che viene dai cittadini, dai lavoratori e da quanti non accettano di delegare il loro futuro a professionisti della politica.
La redazione.
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QUANDO ARROGANZA E PREPOTENZA NON BASTANO AD EVITARE UNA MESCHINA FIGURA.
ri a Mori, la serata “il diritto di resistere”, promossa dal PD, pur con una buona visibilità mediatica, ha visto la misera partecipazione di 15/20 persone, compresi i soliti noti leader locali. Nemmeno i parenti stretti sono riusciti a convincere.
Un dibattito che giungeva 2 giorni dopo quanto successo a Milano, altra città amministrata dal PD : stazione centrale sotto assedio con enorme, smisurato spiegamento di “forze dell’ordine”, polizia scientifica, polizia a cavallo, unità cinofile, celere ed elicottero che dall’alto monitora. Il tutto per un rastrellamento etnico, come nelle peggiori dittature. Un veloce controllo visivo: i “bianchi” liberi di entrare od uscire, i “non bianchi” perquisiti sul posto e costretti su un pullman direzione questura.
Non potevamo lasciar passare inosservata una simile serata. L’incipit “il diritto di resistere”, affermato e rivendicato dal PD, il partito dei CIE e delle espulsioni di massa, senza dimenticare quanto fatto nel merito dello statuto dei lavoratori e delle politiche sociali, molto più di un insulto ed una provocazione.
Ci siamo presentati in modo pacifico ed ordinato, anche se quest’ultimo aggettivo suona sempre più orribile.
Un grande striscione: “Quando l’oppressore dice all’oppresso se e come resistere …” e 5 minuti in silenzio, in piedi, e come numero eravamo superiori ai seduti.
Un brevissimo intervento di una di noi e ce ne siamo andati. Se credevano cercassimo un serrato confronto o una feroce polemica, si sono sbagliati di grosso. Non ci appartiene e non ci interessa.
Sicuramente siamo stati riconosciuti come tribù delle fratte, ma innanzitutto ci siamo presentati come antirazzisti ed antifascisti.
Ciao a tutti/e
StefanoA22

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