NO TAV: Il taetrino del Consiglio
Questa mattina il Consiglio provinciale ha discusso dell’ODG presentato dal M5S che chiedeva il blocco dei cantieri del TAV/TAC del Brennero.
Purtroppo abbiamo assistito ad una discussione a dir poco surreale e completamente slegata dalle problematiche e dalle conseguenze che una simile opera avrà sul ostro territorio e sul nostro futuro.
Il costo enorme (decine di miliardi di euro) e i danni ambientali sembravano non interessare il consiglio e non a caso la discussione anziché sul merito del TAV/TAC si è sviluppato sul regolamento e questioni formali.
Civettini come Bezzi, dimostrando poca memoria, ne chiedevano il rinvio con la scusante che necessitava una maggiore documentazione e ulteriori approfondimenti. Stranamente si sono (amnesia momentanea?) dimenticati che nel 2009 il Consiglio aveva dato parere positivo alla delibera del Cipe che autorizzava il TAV del Brennero.
Il pezzo migliore lo ha però fornito l’assessore Gilmozzi che nel motivare (si fa per dire) la contrarietà della giunta provinciale all’ordine del giorno ha sostenuto che prima sarebbe stato opportuna una visita al cantiere di Mules (il pulmino lo fornisce la PAT) per un sopralluogo su come procedono i lavori. Mi sono chiesto se stavo ascoltando il Consiglio provinciale o il teatrino dell’assurdo. Come si può, senza cadere nel ridicolo, proporre – come ha fatto l’assessore – di visitare il cantiere prima di decidere sull’opportunità dell’opera. Sarebbe come dire: Stanno demolendo la tua casa e noi andiamo a vedere come lavora l’impresa e, se il lavoro è fatto bene, non puoi opporti alla sua demolizione.
Ma la medaglia della migliore performance è stata sicuramente quella di Civico del PD quando in risposta alla constatazione della consigliere Bottamedi che rilavava il silenzio dell’aula consigliare e il disinteresse dei consiglieri ed in particolare “l’assordante silenzio del PD sul tema del TAV …” ha risposto che “questo consiglio potrebbe rimenare in silenzio per tutti i 5 anni della legislatura…”
Un’affermazione arrogante che, se da un lato nasconde una certa supponenza rispetto alle altrui argomentazioni, dall’altro (involontariamente?) dirvela una triste verità: Le decisioni non vengono assunte nell’aula del Consiglio provinciale ma in altre sedi e fra pochi intimi. Da qui ne discende che dentro il Consiglio il confronto politico e di merito è inutile. Civico docet.
Per questo sono cadute nel vuoto le parole della Bottamedi che chiedeva di discutere su casa sarà la valle dell’Adige quando saranno partiti i cantieri o su cosa si potrebbe fare con le decine di miliardi previsti per il TAV. scuole, lavoro, investimenti occupazione, servizi pubblici ecc.
La votazione, come previsto, ha respinto la proposta di bloccare i cantieri, dimostrando che in provincia governano le lobby in quanto quei consiglieri che dicevano che avrebbero fatto una lotta contro il Tav dentro i partiti del centrosinistra si sono prontamente adeguati agli ordini del loro capo confermando che accanto al teatro dell’assurdo abbiamo assistito anche alla sfilata di qualche butattino.
A prescindere da quanto deciso da questo Consiglio provinciale la lotta contro il TAV non si ferma e non si fremerà.
Ezio Casagranda