Noi accusiamo

palestinaPubblichiamo questo appello, che sottoscrivo, pubblicato sul giornale il Manifesto di venerdì 25 luglio 2014. (di Angelo d’Orsi).
I fir­ma­tari di que­sto Appello, sgo­menti per gli avve­ni­menti in corso nella “Stri­scia di Gaza”, accu­siamo i gover­nanti attuali di Israele, che nei con­fronti del popolo pale­sti­nese stanno por­tando avanti una poli­tica all’insegna dell’espansionismo colo­niale, della puli­zia etnica, del mas­sa­cro; noi accu­siamo i pre­ce­denti gover­nanti dello Stato di Israele, i quali hanno avviato la spo­lia­zione della terra, dei beni, della stessa memo­ria di un popolo vivente nella Pale­stina da mil­lenni; noi accu­siamo l’esercito israe­liano, e tutti gli altri corpi armati di quello Stato, che fanno ricorso ai metodi più infami del colo­nia­li­smo (quelli non a caso ere­di­tati dal Terzo Reich), usano armi proi­bite dalle con­ven­zioni inter­na­zio­nali, e si com­por­tano come una forza colo­niale di occu­pa­zione, trat­tando i pale­sti­nesi da esseri infe­riori, da espel­lere, e quando pos­si­bile, con il minimo pre­te­sto, da eli­mi­nare; noi accu­siamo la classe poli­tica, impren­di­to­riale e finan­zia­ria degli Stati Uniti d’America, senza il cui soste­gno costante Israele non potrebbe nep­pure esi­stere, e che garan­ti­sce l’impunità di cui lo Stato israe­liano gode; noi accu­siamo governi e par­la­menti degli Stati ade­renti all’Unione Euro­pea, e il Par­la­mento e la Com­mis­sione Euro­pea, per com­pli­cità attiva o pas­siva con l’espansionismo colo­niale, la puli­zia etnica, e mas­sa­cri inferti popolo pale­sti­nese; noi accu­siamo l’ONU per la sua inca­pa­cità di bloc­care Israele, di fer­mare la sua arro­ganza, di appli­care le san­zioni di con­danna (ad oggi 73) che nel corso degli anni sono state pro­mul­gate dal Con­si­glio di Sicu­rezza, con­tro Israele, in par­ti­co­lare quelle che impon­gono il rien­tro di Israele nei con­fini ante-1967 e il ritorno dei 700.000 pro­fu­ghi pale­sti­nesi; noi accu­siamo il sistema dei media occi­den­tale, del tutto suc­cube a Stati Uniti e Israele, che for­ni­sce una volta di più una rap­pre­sen­ta­zione falsa e addi­rit­tura rove­sciata della realtà, pre­sen­tando l’azione mili­tare israe­liana come una “legit­tima difesa”, tutt’al più talora “spro­por­zio­nata”; noi accu­siamo il ceto intel­let­tuale inter­na­zio­nale troppo sordo e lento davanti al mas­sa­cro in atto;

noi accu­siamo le auto­rità reli­giose del cri­stia­ne­simo inter­na­zio­nale, a par­tire dalla Chiesa di Roma, che non rie­scono a dire se non qual­che fle­bile parola “per la pace”, tra­scu­rando di dire chi sono le vit­time e chi i carnefici;

noi accu­siamo la società israe­liana nel suo com­plesso che, avve­le­nata dallo scio­vi­ni­smo e dal raz­zi­smo, mostra indif­fe­renza o peg­gio nei con­fronti della tra­ge­dia del popolo pale­sti­nese e fa pesare una grave minac­cia sulla stessa mino­ranza araba;

men­tre espri­miamo la nostra soli­da­rietà e ammi­ra­zione per le per­so­na­lità della cul­tura e cit­ta­dini e cit­ta­dine del mondo ebraico che, nono­stante il clima di inti­mi­da­zione, con­dan­nano le infa­mie inflitte al popolo pale­sti­nese, noi accu­siamo i gruppi diri­genti delle Comu­nità israe­li­ti­che sparse per il mondo che spesso diven­tano com­plici del governo di Tel Aviv, il quale sta diven­tando la prin­ci­pale fonte di una nuova, pre­oc­cu­pante ondata di anti­se­mi­ti­smo, che, non­di­meno, noi respin­giamo e con­dan­niamo in modo cate­go­rico, in qual­siasi forma esso si presenti.

Espri­miamo il nostro più grande apprez­za­mento per quelle orga­niz­za­zioni come la Rete “ECO (Ebrei con­tro l’occupazione), che svol­gono il dif­fi­cile ma fon­da­men­tale com­pito di dimo­strare che non tutti gli ebrei con­di­vi­dono le scel­le­rate poli­ti­che dei governi israe­liani e lot­tano per la libertà del popolo palestinese.

Per­ciò noi chie­diamo che il mondo si mobi­liti con­tro Israele: non basta la pur impor­tante e lode­vole cam­pa­gna BDS (“Boy­cott Disin­vest­ment Sanc­tions”); rite­niamo che si debba por­tare lo Stato di Israele davanti a un Tri­bu­nale spe­ciale inter­na­zio­nale per la distru­zione della Pale­stina. Non sin­goli espo­nenti mili­tari o poli­tici, ma un intero Stato, (e i suoi com­plici): il suo pas­sato, il suo pre­sente e il suo pre­su­mi­bile futuro. Se vogliamo sal­vare con il popolo pale­sti­nese, la giu­sti­zia e la verità, dob­biamo agire ora, fer­mando non solo il mas­sa­cro a Gaza, ma il lento geno­ci­dio di un popolo. Noi vogliamo lot­tare per la paci­fica con­vi­venza di arabi, ebrei, cri­stiani e cit­ta­dini di qual­siasi con­fes­sione reli­giosa o pro­ve­nienza etnica, respin­gendo le pre­tese di qual­siasi Stato “etni­ca­mente puro”.

Noi chie­diamo

UNA NORIMBERGA PER ISRAELE

Per ade­sioni: info@​historiamagistra.​it

Fonte: Il Manifesto.info
25 luglio 2014

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