NOT: il TAR boccia la politica di Rossi
Il TAR boccia il maxi appalto del NOT di Trento Rossi dichiarando illegittima la commissione tecnica e il presidente della Provincia di Trento si dice stupito e, con l’apporto del nuovo assessora Borgonovo Re dimostra ottimismo sul fatto che il nuovo ospedale si farà in quanto dice l’assessora “.. i progetto della mantovani e della Pizzarotti sono ancora nelle nostre disponibilità… ”.
Ne Rossi ne Borgonovo Re sono talmente impegnati a difendere l’operato della precedente Giunta in materia ospedaliera, da dimenticarsi – anche le notizie riportate dalla stampa di fuori provincia – che:
L’impresa di costruzioni Mantovani – che ha realizzato la Protonterapia sempre in località Ghiaie – è stata interessata, nell’ambito dell’inchiesta MOSE del 2013, dall’arresto del suo amministratore delegato ing. Baita e che nell’ordine di arresto dell’amministratore delegato della Mantovani compare il fatto che detta società, attraverso una impresa ad essa collegata risulta collegata e connessa a boss mafiosi.
Ma anche la Pizzarotti non è da meno, basta digitare il nome Pizzarotti in internet perché esca una quantità notevole di documentazione che testimonia il suo essere stato protagonista degli anni di tangentopoli e dei molti fatti di corruttela dal Ponte sullo Stretto (in cui è coinvolta anche Impregilo), alla deregulation della normativa sugli appalti, in relazione con Lunardi al settore autostrade per non parlare dell’ospedale di S. Martino a Genova ed il coinvolgimento in pesanti inchieste in tutto il Nord.
Per questo appare alquanto discutibile che su questi problemi giudiziari delle imprese concorrenti alla realizzazione del NOT sia il Presidente che l’assessora mantengano il più rigoroso (assordante) silenzio nel tentativo di tenere queste vicende fuori dal dibattito politico come se le vicissitudini giudiziarie delle imprese si fermassero a Borghetto per il solo fatto che abbiamo l’Autonomia.
Anche se degli impegni assunti in campagna elettorale – in materia di coinvolgimento dei cittadini – si può fare carta straccia resta il fatto che la trasparenza di un’amministrazione e dell’intero sistema di appalto siano questioni fondamentali per capire, se e quanto, il nostro tessuto produttivo è stato inquinato e se le denunce di Saviano su di un Trentino inquinato dalla mafia siano veritiere o solo propaganda per un libro.
Ma non solo, sarebbe opportuno che difronte alla bocciatura del TAR, che non boccia solo la commissione ma anche il sistema di potere del quale ne era espressione, si aprisse una discussione con i cittadini sulle priorità in tempi di crisi e se fra queste c’è anche quella di spostare l’ospedale S. Chiara, sul fatto che con il project financing la gestione della sanità passerà in mano privata, ecc.
Noi pensiamo che su questi temi, compreso il fatto che negli appalti a vincere siano sempre i soliti noti (ISA ed amici) i cittadini abbiano diritto di sapere e di decidere, magari sperimentando nuove forme di democrazia diretta.
Ezio Casagranda