Occupazione, imprese e autonomia
Cambiano gli attori ma non cambia l’atteggiamento della grande impresa operante in Vallagarina. Arcese Trasporti, dopo Marangoni e Subaru, parte all’attacco dei lavoratori. In tutti tre i casi le aziende hanno ottenuto agevolazioni cospicue da parte dell’ente pubblico e adesso minacciano tagli di personale e delocalizzazioni.
I milioni di euro che la P.a.t. ha versato per i capannoni, per i macchinari e per opere stradali sono troppo poco per i padroni, gonfi di soldi pubblici e pronti a facili guadagni.
La provincia trentina ha avuto il merito di investire molte risorse pubbliche nello sviluppo dell’economia ma la propria dirigenza provinciale ha avuto il grande demerito di indirizzare il denaro per lo sviluppo delle attività produttive a soggetti privati e per di più senza verificare come venisse utilizzato e che mantenesse l’occupazione del personale.
Per essere più chiari: alcune grandi imprese sono mantenute dalla P.a.t, che investe denaro pubblico per il profitto privato.
E’ uno scandalo che ora Arcese minacci di licenziare 150 lavoratori quando ha uno scalo merci a propria disposizione e ha avuto gratis il polo logistico di Mori Stazione, pagato con quasi venti milioni di euro pubblici.
Avrebbe potuto la P.a.t. essere più accorta nella gestione dei finanziamenti? Certamente, tant’è che non è notizia di oggi che Arcese stia spostando la propria attività nei paesi dell’est Europa ed utilizzi camionisti con contratti di lavoro molto meno onerosi di quello italiano.
Come per Marangoni è necessario che l’assessore provinciale Olivi si faccia promotore dell’esproprio dell’attività dell’autotrasporto senza alcun indennizzo nei confronti di chi usa l’ente pubblico e gli ammortizzatori sociali come un bancomat e poi investe altrove per mantenere il proprio margine privato di reddito.
I lavoratori di Arcese come quelli di Marangoni hanno sicuramente più a cuore dei rispettivi proprietari la salute delle due aziende ed è giusto che siano loro ad esercitarne la gestione ed il controllo.
Mirko Sighel
Segretario circolo Vallagarina del Partito della Rifondazione comunista
Marangoni, Subaru e adesso Arcese sono esempi del fallimento della politica industriale provinciale. Una politica che più che a progetti industriali ha risposto ad interessi provenienti dal sistema amicale e di potere.
Se poi si aggiunge che la PAT ha preteso ed i sindacati hanno accettato di ridurre gli stanziamenti del “progettone”, e di aumentato i criteri per l’accesso lasciando senza lavoro centinaia di lavoratori che la crisi ha lasciato senza lavoro, possiamo dire che è fallita la stessa idea di autonomia della giunta Dellai e Pacher.