Per una citta’ a dimensione umana
Domani le lavoratrici ed i lavoratori del settore commercio saranno a presidiare il Consiglio Comunale di Trento per rivendicare il rispetto degli impegni presi e della parola data.
Il 30 gennaio scorso – prima che il consiglio comunale di Trento deliberasse la possibilità per i negozi di aprire tutte le domeniche fino a fine maggio – il sindaco Andreatta al pari del suo omologo di Rovereto, si era impegnato davanti ad oltre 150 lavoratori e lavoratrici a ritirare immediatamente la delibera sulle aperture domenicali in caso di esito negativo del ricorso di Oviesse e Pam davanti al Tar.
Le sue precise parole sono state “.. se il Tar respinge i ricorsi, ancora il giorno dopo riunirò il consiglio per ritirare la delibera..” Come molti lavoratori temevano il sindaco non ha mantenuto la sua parola e ad oltre un mese dalla sentenza del Tar, che ha ribadito la validità della legge provinciale, nessuna iniziativa è stata assunta per il ritiro della contestata delibera lasciando così inalterati gli effetti nefasti della delibera dello scorso 30 gennaio che liberalizza, alla faccia delle nostra autonomia, gli orari di apertura dei negozi commerciali applicando pedissequamente il decreto “salva Italia”.
Domani lavoratori e lavoratrici saranno davanti al comune per riaffermare la contrarietà alla deregolamentazione degli orari, contenuta nel decreto “salva Italia” che scarica i suoi effetti negativi prima sui lavoratori con il lavoro domenicale e poi sui consumatori con l’aumento dei prezzi e per verificare la credibilità degli amministratori locali e della loro volontà di rispettare gli impegni assunti con i lavoratori e le organizzazioni sindacali del settore.
Infatti se gli impegni che un sindaco assume davanti a lavoratori ed alle rappresentanze sociali non vengono mantenuti viene meno non solo la credibilità del sindaco ma quella dell’intera amministrazione comunale e delle stesse Istituzioni democratiche.
Quindi in gioco non c’è soltanto il rispetto degli impegni ma la credibilità di un Amministrazione pubblica incapace di sottrarsi alle pressione dei poteri forti e delle multinazionali del settore. E non saranno sufficienti le eventuali giustificazione cavillose che Andreatta utilizzerà per motivare il mancato ritiro della delibera sulle domeniche per nascondere questa verità.
Le lavoratrici ed i lavoratori del commercio rivendicano non solo dignità e diritto al riposo domenicale, per stare con i loro cari, ma lottano anche contro questa società consumistica che succhia la vita delle persone rendendole dipendenti di consumi, sempre più voluttuari a scapito dei consumi collettivi come la socializzazione, la cultura, la felicità di vivere l’ambiente naturale, le montagne, la bellezza dei parchi e dei giochi all’aperto.
Noi domani siamo, come sempre, a fianco delle lavoratrici e dei lavoratori per ribadire che i diritti non sono un prodotto commerciale da mettere sul mercato, come contenuto nelle riforme Fornero e da Sacconi durante il governo Berlusconi.
Siamo a fianco di quanti lottano affinché la vivibilità delle città non significhi shopping sfrenato ma costruzione da parte del comune di eventi culturali, ricreativi, musicali, di luoghi di ritrovo, di spazi per i giovani, di servizi al cittadino ed al turista, significhi parchi aperti e sicuri per dare una nuova dimensione alla città che risponda alle esigenze del cittadino e non agli interessi delle multinazionali del commercio.
Ezio Casagranda