Post voto: la lotta continua…

Il risultato elettorale è chiaro: la maggioranza degli elettori che sono andati a votare (62,81%) ha scelto di continuare la politica dellaiana sperando da tavolo del liberismo temperato portato espressione di quell’oligopolio collusivo che governa il trentino cada qualche briciola anche per loro.
Purtroppo resto convito che nei prossimi anni i trentini saranno chiamati a pagare il prezzo di questa scelta. Infatti se non si mettono in discussioni le politiche di austerità a livello europeo, il pareggio di bilancio e la legge stabilità i tagli ai servizi sociali – dalla scuola, dai trasporti, agli asili, alla casa, alla sanità – continueranno mentre i Comuni saranno chiamati ad imporre nuove tasse e nuovi balzelli per far quadrare i conti.
Diminuiranno le risorse per il pubblico impiego con le conseguenze che tale scelta avrà su retribuzioni ed occupazioni, (la vicenda dell’Agenzia del lavoro in questo senso è emblematica) per i servizi sociali che saranno sempre più costosi a causa dei tagli.
Mentre per i lavoratori del privato continuerà, magari con il consenso di un sindacato ormai arreso all’ideologia dell’impresa) la riduzione del salari, di diritti e con sempre maggiore frequenza il lavoratore sarà costretto a scegliere fra lavoro e salute o fra lavoro e diritti e magari come è successo alla Whirlpool perderanno il posto di lavoro a causa di una politica industriale inesistente. La nostra proposta non è stata percepita come realistica e quindi non poteva essere assunta come alternativa all’attuale sistema di potere.
Il fatto che eravamo solo noi a dire che una diversa politica economica europea era possibile, che le politiche di austerità, del taglio a salari, pensioni e stato sociale non erano dovute non a qualcosa di immodificabile ma erano e sono il risultato di una scelta politica fatta dall’Europa della banche e della finanza.
Infatti, risulta difficile, per un cittadino normale, bombardato 24 ore al giorno da tutti i giornali e dalle TV dare seguito, se non si è costruito prima una coscienza critica della società alle proposte di chi vuole costruire l’Europa dei popoli. Se poi a questo sia aggiunge il blackout calato, salvo qualche eccezione, dalla stampa locale il gioco è fatto. La nostra proposta politica, il nostro programma svanisce nelle nebbie di una politica politicante, tanto criticata nei discorsi di tutti i giorni ma poi votata.
La stessa paralisi sindacale e la sua incapacità di opporsi alle politiche neoliberiste ha generato ne lavoratori e nei cittadini un senso di smarrimento e di arrendevolezza che ha fatto prevalere la soluzione individualistica rispetto alle soluzioni collettive. Lo si vede sui luoghi di lavoro e lo si è visto ieri nelle urne dove ha prevalso il cosiddetto voto si scambio indiretto.
Paghiamo anche il prezzo di essere stato sostanzialmente assenti dentro i vari movimenti e di non essere riusciti a coinvolgerli per la costruzione del nostro progetto politico e quindi essere di cerniera fra le lotte in piazza e l’iniziativa istituzionale.
Ora è necessario continuare a lavorare nella società civile, dentro le fabbriche, nelle varie associazioni e comitati per costituire quel rapporto sociale e quella coscienza civile che sono mancati domenica e che, a mio avviso, ha spinto molti a disertare le urne, lasciando così campo libero ad una destra moderata ma convinta sostenitrice delle politiche imposte dalla troika europea.
Il voto di ieri, però non può essere considerato un voto perso, anzi è stato un voto utile per dare gambe alle nostre proposte e per dire che una fetta di dissenso esiste e va organizzata. Nessuno può o deve pensare che una sconfitta elettorale possa incrinare minimamente la nostra voglia di lottare per cambiare questo oligopolio collusivo e per costruire una società migliore più giusta, più equa e più solidale.
Ezio Casagranda

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2 commenti

  • luciano

    Caro Ezio,è chiaro che sono pienamente concorde con l’analisi che tu proponi,per cui come tè,sono convinto che i trentini molto presto si troveranno a”toccare con mano”le logiche di “questo potere politico”ma è la loro idea e noi, come sempre, da quando siamo nati una caratteristica ci ha sempre e comunque distinti ed è quella di non darci per vinti MAI!!!Perchè noi rispondiamo quotidianamente a questa,fin troppo vituperata,concezione:::chi lotta può perdere,chi si accomoda ha GIA’ PERSO!!!Anche se persa sono orgoglioso di aver fatto questa battaglia,con una sola certezza NON SARA’L’ULTIMA!!!!luCiano

  • antonio

    Una vignetta di Altan su l’Espresso di tanti anni fa faceva vedere due operai, in un primo maggio, con la bandiera rossa e “uno” diceva all'”altro”: “ma quanti ancora?” e l’altro rispondeva: “tutti per non sbagliare”…. Credo che questa risposta stia nel dna di ogni compagno che lotta dentro un sistema capitalistico-borghese ancora forte e capace di illudere grandi masse di polazione da destra a sinistra che è dentro l’urna elettorale la risposta alle sue ansie e preoccupazioni. Per me non è mai stato così…La mia idea rivoluzionaria è che nessun governo ha mai rappresentato gli interessi della povera gente e oggi neanche gli interessi e le problematiche di chi stava bene.

    Mi fa piacere che Ezio (dopo l’ennesiama botta elettorale)dica (con efficace analisi e anche con fin troppa enfasi) che la lotta continua. Ovvio per me e forse anche per chi non ha nella testa solo l’orticello trentino ma il mondo intero, però non bisogna esimersi dalla critica (anche spietata) sulle continue divisioni della ex ex ex estrema sinistra che ha, più che nei velleitari e narcisistici programmi, nella zavorra dei suoi dirigenti nazionali l’elemento negativo elettorale.
    Bisogna ritornare a guardare la realtà fuori dagli infami riti di palazzo che creano in chi ci crede illusioni e frustrazioni, che mirano alla SISTEMAZIONE PERSONALE e agiscono su comando di interessi economici e non alla vita grama di chi si affanna tutti i giorni per le mille cose che non vanno.
    Non possiamo dimenticarci e non riflettere dell’accresciuto deficit elettorale (più 10%)che la dice lunga sull’umore di una fetta di popolazione trasversalmente intesa.
    la lotta continua.
    antonio
    più che

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