Presidio Antirazzista a Trento – Lettera aperta
Lettera aperta alle cittadine e ai cittadini
Gli episodi di violenza accaduti domenica a Trento tra persone private della possibilità di immaginare il loro futuro, ci hanno profondamente scosso e sono diventati argomento dei quotidiani incontri dell’assemblea richiedenti asilo che riunisce ragazzi fuggiti dalla guerra in Libia e sorelle e fratelli italiani.
L’assemblea, nata a maggio, vive del dialogo, del confronto e del riconoscimento reciproco.
I processi sommari – che noi non condividiamo – messi in atto in questi giorni ne confronti dei richiedenti asilo, ci vogliono far credere che tutto si riduca ad una questione di criminalità e di ordine pubblico.
Su questo ci/vi poniamo alcuni interrogativi.
Perché gli stranieri hanno l’onore della prima pagina, anche per più giorni, solo quando ci sono atti di violenza?
Perché la stampa locale non ha dato pressoché nessuno spazio alla pacifica, determinata e partecipata manifestazione che si è svolta a Trento il 20 giugno, giornata mondiale del rifugiato?
Alla manifestazione – indetta per la richiesta del permesso di soggiorno umanitario per tutti coloro che sono stati costretti a fuggire dalla guerra in Libia – abbiamo attraversato in cinquecento le strade della città in maniera pacifica e festosa senza nessun incidente né danno. Un funzionario di polizia, bontà sua, l’ha definita la più bella manifestazione degli ultimi 10 anni.
Quanti sanno che i ragazzi accolti nel Progetto Emergenza Nordafrica sono stati costretti a fuggire dalla guerra di Libia, che nel marzo 2011 è esplosa sopra le loro teste?
Una guerra mascherata con pretesti umanitari, che ha colpito popolazioni civili tra le quali un gran numero di immigrati presenti in Libia. Una guerra organizzata e combattuta da Francia e Inghilterra, appoggiata dagli U.S.A. e a cui l’Italia ha partecipato attivamente. Obiettivi il petrolio e le enormi risorse idriche della Libia.
Chi ha dichiarato questa una guerra giusta e necessaria ha il dovere di assumersi la responsabilità concreta dei suoi atti.
I richiedenti asilo avevano lì un lavoro e una casa, assistenza sanitaria e welfare. Quello che da molti viene visto oggi come un privilegio (vitto e alloggio garantiti) è da loro vissuto come condizione umiliante da cui uscire al più presto. Il permesso di soggiorno umanitario darebbe loro il tempo e la possibilità di vivere con dignità e, nella situazione di crisi in cui ci troviamo, contribuire a realizzare attivamente insieme la società del futuro.
Sono davvero gli stranieri a rubarci casa e lavoro?
Il 30% dei cittadini italiani – uniti dal destino di essere lavoratori dipendenti – è costretto a pagare l’80% del gettito fiscale mentre i grandi patrimoni e gli speculatori finanziari sono lasciati liberi di continuare il saccheggio delle risorse sociali. Vengono spesi 13,5 miliardi di euro per l’acquisto di 90 caccia bombardieri F35 nonostante la petizione popolare dei cittadini, i costi della corruzione politica e dell’evasione fiscale superano i 300 miliardi di euro, così come la quantità di risorse destinate alle grandi opere è pari a 150 milioni di euro per un solo chilometro del Tunnel di Base del Brennero; senza dimenticare la criminalità organizzata che sta prendendo possesso della politica e del nostro territorio.
Quanti conoscono le ragioni che hanno spinto e continuano a spingere milioni di persone a lasciare le loro terre?
Se gli immigrati sono qui e il numero dei rifugiati è in continuo aumento, questo dipende dalle feroci politiche del fondo monetario internazionale e della banca mondiale che nel corso degli anni ’80 hanno investito le società africane polverizzando le loro economie. Gli stessi soggetti stanno mettendo in atto le stesse politiche contro di noi: l’aumento dello spread è l’arma usata per terrorizzare i cittadini e insieme alla sacralità dei mercati far accettare il più spaventoso peggioramento delle condizioni di vita e del lavoro.
Pertanto chiediamo:
che nessuno venga allontanato dal progetto di accoglienza;
che nessuno venga rinchiuso nei centri di identificazione ed espulsione (CIE) e/o espulso;
che le politiche di accoglienza e di welfare vengano reimmaginate e potenziate.
Invitiamo tutti coloro che condividono questi interrogativi a partecipare all’assemblea dei richiedenti asilo di Trento per una continua lotta contro l’ingiustizia, le discriminazioni e le diseguaglianze, l’indifferenza alla realtà umana, alla realtà sociale, culturale, politica e storica di tutte le popolazioni, in particolare di quelle colpite da guerre, dittature e crisi umanitarie che affliggono sempre più le vite di tutti noi.
Assemblea dei richiedenti asilo di Trento
assemblearichiedentiasilo@gmail.com
assemblearichiedentiasilo.blogspot.it
Trento, 28 luglio 2012