Presidio sindacale in p.zza Cantore a Trento
Deposta una targa in ricordo dei lavoratori uccisi dalla Sloi e per evitare che,causa dei lavori del Bypass ferroviario, i residui della fabbrica dei veleni possa uccidere ancora.
Oggi in piazza G. Cantore a Trento si è svolto un presidio organizzato dai Sindacati di Base CUB e SBM del Trentino per ricordare i 45 anni della chiusura della SLOI posando una targa ricordo di quello che fu la “SLOI” e per lanciare un monito per i pericoli che ancora oggi i terreni della Sloi e Carbochimica rappresentano per la salute pubblica .
Dopo l’incendio della notte fra il 14 e 15 luglio 1978 l’allora sindaco di Trento Giorgio Tononi, ha decretato la chiusura definitiva di quel sito produttivo che è stata causa di tanti morti avvelenati dal piombo tetraetile e che ha lasciato alla città di Trento una pesante e pericolosa eredità fatta di terreni inquinati.
Nel ricordare che quei lavoratori sono stati uccisi in nome del profitto e che anche oggi in nome del profitto, con la scusa del Bypass ferroviario , si vuole andare a rimestare quel terreno con tutti i pericoli che questo comporta per la salute dei cittadini.
Nei vari interventi è stata ricostruita la storia sindacale di quel periodo, sono state ricordate le lotte dei cittadini del quartiere e dei contadini della zona per chiudere quella fabbrica dei veleni.
Purtroppo dobbiamo constatare che ancora oggi (vedi Ilva di Taranto) sono tanti quei personaggi che antepongono il profitto di pochi alla salute pubblica e che sono pronti a devastare e avvelenare un territorio pur di non far diminuire i lauti guadagni delle imprese e dei poteri forti che governano il Trentino.
Per questo suonano ipocrite e bugiarde le affermazioni della politica che sulla vicenda del bypass ferroviario continua ad ignorare non solo le denunce e le preoccupazioni dei cittadini, ma vorrebbe anche silenziare il dissenso (vedi dichiarazioni di Facchin).
Questa politica ormai ha gettato la maschera e mostra, con la complicità della stampa e contando sull’indifferenza dei cittadini, tutta la sua arroganza e disprezzo per la democrazia e umilia le stesse Istituzioni che rappresentano riducendole a mero strumento di tutela dei margini di profitto e degli interessi dei poteri forti che con le loro lobbie dominano il nostro territorio.
Le esternazioni dell’assessore Facchin, seguite dallo sgombero del presidio alle Fornaci e la militarizzazione del Comune in occasione della conferenza stampa sono i segnali di una spasmodica voglia di reprimere il dissenso e tacitare ogni voce non in sintonia con il pensiero unico del sistema attuale.
Non dimentichiamo che i progetti delle telecamere a riconoscimento facciale, le proposte di città ecologica, il portafoglio digitale, ecc.. vanno tutte in questa direzione di una maggior controllo sui cittadini.
La posa della targa in ricordo dei morti della Sloi è anche una sfida democratica alla politica provinciale: Si faccia un referendum nel comune di Trento per chiedere se i cittadini preferiscono che le risorse del PNRR (1,2 miliardi) siano dilapidate nella costruzione del TAV (che rischia di essere l’ennesima opera incompiuta) o siano investite nella bonifica totale dell’area ex Sloi, nella sanità pubblica (ormai al collasso), nella scuola, nei trasporti, per costruire case e per rilanciare lo stato sociale in Trentino.
Ezio Casagranda – CUB Trento.