Rifiuterò il pacco di Luxottica

Riportiamo dal giornale locale TRENTINO la coraggiosa presa di posizione del lavoratore Carlo Lorenzi a difesa della dignità del lavoro.

Ezio Casagranda

La notizia è di qualche giorno fa: per la terza volta i dipendenti Luxottica riceveranno in dono un «pacco alimentare» del valore di 110 euro. E’ una delle iniziative che Luxottica inquadra nella propria politica di «welfare aziendale». Nel silenzio di politica e sindacato, un operaio, Carlo Lorenzi, dà voce ad un malumore che non è solo suo. Rifiuterà il pacco, spiega, perchè da lavoratore vuole diritti, non carità.
«Volevo rendere pubblica – scrive in una lettera aperta ai colleghi e alla città Carlo Lorenzi – tutta la mia indignazione sui «regali o welfare» della mia azienda. Me lo sono giurato da quando hanno iniziato a volerci cambiare il contratto da metalmeccanici ad occhialeria, col ricatto della chiusura e che non si poteva avere contratti diversi nella stessa azienda. Adesso stanno o stavano assumendo con contratti diversissimi. Mai preso un pacco spesa, men che meno le azioni ed altre cose che non sto ad elencare. Lo so che sono una mosca bianca e che molto pochi la pensano come me, ma per il mio modo di pensare la dignità non ha prezzo. Posso anche capire.
La crisi, la paura di perdere il lavoro, il menefreghismo, “finchè mi danno qualcosa ben venga”… Ma ripeto, la dignità non ha prezzo. Neanche soldi accetterei. Non sono regali fatti col cuore e come sempre ci chiederanno qualche cosa in cambio: mi aspetto «sorprese». Mentre noi quando chiediamo qualche cosa (vedi orario di lavoro per mamme in difficoltà con i figli) o stanno sul vago o ti rispondono di no.
Sono contento e mi ritengo fortunato di lavorare in una azienda «sana», però i nostri problemi li abbiamo anche noi. Ricordo che è pur sempre una multinazionale e non mi meraviglierei se un giorno chiudesse, dando magari la colpa a noi lavoratori e mettendo in crisi l’intera Vallagarina».
Quindi rifiuterà il pacco, come l’anno scorso e l’anno prima fecero in parecchi. Ritendolo umiliante non tanto per sè, ma per la figura ed il concetto stesso di lavoratore dipendente.

da il TRENTINO del 6 ottobre 2011

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Un commento

  • Ezio

    Un plauso a Carlo per il suo coraggio e per la sua coerenza.
    Due caratteristiche che erano alla base del movimento operaio e che sono stati messi in soffitta dalle politiche concertative dei sindacati confederali.
    Sbaglia il sindacato di categoria a sottovalutare la scelta di Carlo o trattarla come una scelta “ideale” di un singolo lavoratore “innamorato” del ’68.
    No, io sono convinto che Carlo, con il suo rifiuto di ritirare il “Pacco viveri” e le “azioni” donate dal patron Del Vecchio ai “suoi dipendenti” vuole mandare un segnale al sindacato ed ai suoi colleghi, ma anche al mondi della sinistra politica molto importante.
    Carlo, pone il problema della dignità del lavoro e della dignità della prestazione lavorativa. Pretendo quello che sono capace di contrattare, non le elemosine. Se il pacco, o le azioni, vengono concessi per far fronte alla crisi allora significa che siamo al riconoscimento della riduzione del potere di acquisto dei salari. Davanti a questa situoazione Carlo chiede non la passiva accettazione di atti unilaterali e simbolici ma la ripresa della contrattazione sindacale con la “C” maiuscola.
    Queste scelte unilaterali della Luxottica dimostrano che l’azienda va bene e fa utili. Quindi se il salario non viene rivendicato dai sindacati sarà lo stesso datore di lavoro a destinarne una parte, con le sue logiche, ai lavoratori.
    Carlo pone la questione della capacità del sindacato di essere ancora un rappresentante degli interessi dei lavoratori. Non è una questione da sottovalutare o da relegare ai soli ideali di Carlo è una questione di sostanza, di reddito, di salario e di diritti del mondo del lavoro.
    Grazie Carlo.

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