Rovereto privatizza i trasporti
L’amministrazione comunale roveretana sottovaluta il problema dei disservizi legati all’esternalizzazione del servizio di trasporto pubblico. Dopo i problemi sorti a Noriglio era opportuno riflettere sui motivi dell’insoddisfazione dei cittadini ma questo tipo di politica non si ferma difronte a tali inezie: la strada della privatizzazione è dettata da Trento e ci si deve adeguare altrimenti calano i trasferimenti di risorse alle casse comunali.
E’ certo che il problema non si limita al solo territorio roveretano ma va preso nel suo intero ambito provinciale.
Dal presidente della Provincia arrivano gli spot sul risparmio di risorse perché i servizi pubblici costano troppo e non ce li possiamo più permettere dimenticando volutamente di dire che non è obbligato a tagliare su questi per far quadrare i conti del patto di stabilità. Perfino i suoi fiduciari retribuiti da Trentino Trasporti lo supportano con il risultato di ridimensionare l’attività della società pubblica presso la quale essi stessi lavorano ma che non valorizzano come invece fanno gli autisti, gli operai, i bigliettai e gli impiegati.
Non si dice per quali motivi le ditte private dichiarano un costo chilometrico inferiore a quello di Trentino trasporti.
Perché questa mancanza di trasparenza? Il salario degli autisti delle ditte private, il cui contratto collettivo di lavoro applicato non c’entra nulla con il tipo di attività che fanno (a meno che non si pensi che per esempio un infermiere possa lavorare con il contratto dei lavoratori delle poste), è pari a circa 1.100 euro mensili, inferiore di almeno il 25% al salario degli autisti di Trentino trasporti; il costo del personale amministrativo e tecnico che si occupa della programmazione delle corse, il costo degli investimenti nel nuovo sistema di mobilità ed il costo delle biglietterie non sono sostenuti dalle ditte private ma dal settore pubblico; la manutenzione ai mezzi si è dimostrata qualitativamente inferiore a quella della società pubblica così come il tipo di mezzi utilizzati, inadeguati alla salita di carrozzelle e passeggini e quindi penalizzanti per l’utenza anziana e per i genitori con figli.
Quando la corsa appaltata al privato salta ecco precipitarsi però Trentino trasporti a tappare i buchi, cioè il pubblico si sostituisce al privato per eseguire un servizio che i cittadini pagano ad un privato: c’è qualcosa che non quadra. Chi controlla la regolare esecuzione del servizio? Gli stessi che hanno già deciso o acconsentito di ridimensionare Trentino trasporti!
E’ contraddittorio inoltre che a fronte della sbandierata privatizzazione del servizio le tariffe dei biglietti non calino: eppure il costo chilometrico sembra essere diminuito. E’ il tipico esempio della logica delle liberalizzazioni: socializzare i costi e privatizzare i guadagni.
Questo tipo di amministratori pubblici, Dellai in testa ma a questo punto anche il sindaco Miorandi, utilizzano la struttura pubblica per preparare alle ditte private il pasto caldo con i soldi dei cittadini e poi si preoccupano che i commensali trovino comodamente apparecchiati i piatti dove poter servirsi.
A questi amministratori politici non interessa la qualità del servizio ma la dismissione di Trentino trasporti a vantaggio degli autonoleggiatori, che secondo la norma devono svolgere servizi esclusivamente occasionali e non possono svolgere, come invece fanno, trasporto ordinario.
Il trasporto pubblico locale deve tornare ad essere totalmente pubblico garantendo ai lavoratori impiegati dalle ditte di autonoleggio il riassorbimento in Trentino trasporti. Il servizio deve essere gestito direttamente dai lavoratori organizzati in consigli e nell’interesse della collettività e controllato direttamente dalle assemblee dei cittadini. Solo attraverso un controllo dal basso il servizio sarà efficiente.
Mirko Sighel
Segretario Circolo Vallagarina del Partito della Rifondazione comunista