SAD, Non ci facciamo intimidire

Ieri venerdì 18 agosto la Direzione SAD ha invitato tute le organizzazioni sindacali presenti in azienda, ma non la RSU, ad un incontro nel quale, con una certa arroganza prima il direttore Signr Vettori ha parlato di Bolkestein, del mercato e di Bus Italia per dire che i lavoratori devono aumentare la produttività (ma intendeva sfruttamento) e fare sacrifici per permettere a Sad i partecipare alla gara di appalto per il servizio TPL, poi l’AD signor Gatterer con la sua solita presunzione ha semplicemente detto che la proposta aziendale era un “prendere o lasciare” e quindi niente trattativa ma solo mera adesione alle proposte aziendali.
Un atteggiamento che come USB non possiamo accettare e che, per l’ennesima volta, dimostra l’arroganza di un’azienda che pretende di scaricare sui lavoratore i costi dovuti ad una gestione poco efficiente e conferma la scarsa considerazione, che questa direzione ha nei confronti dei lavoratori e dei loro rappresentanti, prima non invitando la RSU e poi negando qualsiasi discussione di merito.
Come USB lavoro Privato riteniamo la proposta della SAD irricevibile in quanto aumenta il nastro orario a 15 ore, riduce i tempi accessori, propone orari anche fini a 50 ore settimanali, scarica sulla provincia i costi per dei pochi euro erogati come premio dalla 13ma alla 15ma ora di nastro lavorativo, contiene solo clausole di salvaguardia per la sola azienda e obbliga il sindacato a farsi portatore degli interessi aziendali nei confronti della Provincia di Bolzano.
Lottare contro l’arroganza e contro i ricatti è legittimo oltre che necessario
Con la scusa della gara SAD ricatta i lavoratori con la disdetta gli accordi di secondo livello e la conseguente riduzione del salario, la cancellazione di diritti fondamentali in nome del profitto, popone soluzioni che mettono a repentaglio la sicurezza del personale viaggiante e della stessa utenza.
Inoltre le proposte di ieri violano le norme in essere (Sad è già sanzionate dall’Ispettorato del lavoro di Bolzano) oltre che le leggi europee sull’orario di lavoro (11 ore di riposo continuative), scaricano ogni responsabilità sui lavoratori (che secondo Gatterer lavorano poco) e sulla Provincia di Bolzano la quale non si piega alle esigenze di SAD.
Inoltre, come USB lavoro privato riteniamo che SAD con il suo atteggiamento autoritario conferma di essere un’azienda che in nome del massimo profitto non esita a cancellare e cancella la storia e le conquiste fatte dai lavoratori in anni di lotta.
Non solo ma le sue proposte sono in contrasto con l’art. 41 della Costituzione il quale prevede che l’attività economica “Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.”
Invece le proposte di SAD sono:
– in contrasto con l’utilità sociale in quanto riduce i salari dei lavoratori e non tiene conto del costo della vita locale (più alto che nel resto d’Italia);
– In contrasto con la sicurezza perché l’aumento dei nastro orario determina maggiore stanchezza, stress per l’autista e quindi si riduce la sua sicurezza ma anche quella degli utenti;
– Infine reca danno alla dignità umana in quanto il lavoratore viene considerato come un semplice costo (un pezzo di ricambio a basso costo) e trattato come tale in spregio alla sua dignità, competenza e professionalità.
Contro questa perversa logica delle disdette e dei ricatti USB lavoro Privato ha convocato per Lunedì 21 agosto ad ore 20,00 presso sala autisti del deposito aziendale di Bolzano un’assemblea aperta a tutti/e per discutere le iniziative di lotta da intraprendere contro una Direzione aziendale miope e arrogante e per dare la sveglia all’Assessore Provinciale competente al quale chiediamo due cose:
– Un contratto provinciale per tutto il settore del trasporto pubblico locale;
– l’applicazione dell’articolo 19 della legge provinciale a seguito delle infrazioni riscontrate dall’ispettorato del lavoro.
Contro questa logica della SAD non serve il mugugno o il lamento individuale. Serve lottare uniti per riprendersi la propria dignità, calpestata dalla disdetta degli accordi aziendali.
Chi lotta può perdere ma chi non lotta ha già perso.
USB Trentino Alto Adige
Ezio Casagranda

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