SAD: Serve passare alla mobilitazione
Con l’assemblea di Bolzano di ieri siamo a metà del percorso di assemblee convocate per discutere sulla proposta “prendere o lasciare” della dirigenza SAD e quindi ritengo importante tentare un primo bilancio della discussione e di quanto emerso dal confronto con i lavoratori.
Una prima considerazione riguarda l’assemblea di ieri a Bolzano dove il sindacato di madrelingua tedesca, la ASGB (Autonome Südtiroler Gewerkschaftsbund), si è assunta la pesante responsabilità di rompere l’unitarietà dei lavoratori abbandonando, dopo una provocazione, l’assemblea sindacale unitaria.
Una responsabilità pesante dal punto di vista sindacale ma anche un segno di una difficoltà al confronto che noi ci auguriamo rimanga un fatto, seppur negativo, isolato e quindi le prossime assemblee si facciano in modo unitario.
Nonostante questo episodio, i lavoratori e lavoratrici rimasti hanno proseguito l’analisi dei contenuti della proposta SAD e discusso delle iniziative di mobilitazione e di lotta da mettere in atto per far recedere la SAD da questa scelta scellerata, infida e inutilmente penalizzante per i lavoratori e le lavoratrici.
Oltre a quanto già analizzato nelle altre assemblee come riportate nel volantino distribuito anche a Bolzano in molti hanno sostenuto che la disdetta preventiva dei contratti non risolve i problemi sollevati dalla competitività sollevata da SAD ai vari livelli istituzionali.
Infatti la disdetta decurterebbe pesantemente i salari dei dipendenti, cancellerebbe importanti conquiste normative frutti di oltre 30 anni d lotte e scioperi e quindi troverebbe applicazione il solo Contratto Nazionale e le norme di legge in materia che sarebbero il punto di riferimento per tutte le aziende.
Questo in quanto la CLAUSOLA SOCIALE prevista a norma di legge prevede che l’azienda subentrante assuma tutti i dipendenti e applichi tutti gli accordi in vigore presso l’azienda precedente.
La disdetta gli cancella e quindi rischia non di favorire SAD ma le sue concorrenti.
Quindi anche a Bolzano è emerso l’orientamento, come nelle assemblee precedenti, di respingere questo accordo, definito da qualche lavoratore una vera porcheria.
Una parte importante della discussione si è anche concentrata sulle iniziative di lotta da mettere in campo per contrastare la proposta aziendale oltre alle iniziative di carattere legale, si è parlato di scioperi, di presidi sotto la Provincia, di chiedere incontro con la Giunta provinciale, di applicare rigorosamente (alla lettera) il codice della strada, del blocco del lavoro straordinario, della bigliettazione a bordo, ecc. nella consapevolezza che in questa situazione diventa indispensabile mettere in campo tutte le iniziative possibili per contrastare il perverso disegno di Sad di scardinare le conquiste dei lavoratori.
Dall’assemblea di Bolzano, come il quella di Egna e di Merano, dalla discussione è emersa una grande determinazione dei lavoratori e delle lavoratrici a difendere la dignità del loro lavoro e quindi respingere la proposta aziendale.
Spetta ora alle Organizzazioni sindacali trasformare questa determinazione dei lavoratori in iniziativa unitarie finalizzate a far recedere l’azienda dalla disdetta e per costruire le basi per un accordo provinciale del TPL in modo da evitare la continua rincorsa al ribasso dei salari e dei diritti dei lavoratori che in Sad si chiama “disdetta degli accordi aziendali” ma che per molti lavoratori del trasporti di chiama “subappalto dei servizi”.
Un contrattato provinciale sarebbe un importante argine ad una concezione della competitività intesa come sfruttamento dei lavoratori, riduzione del costo del lavoro, aumento degli orari e dei ritmi di lavoro.
Per noi competitività significa prima di tutto qualità e quindi valorizzazione delle professionalità dei lavoratori fatta anzianità di servizio, grande esperienza, conoscenza del territorio, delle persone, bilinguismo, ecc .. In sostanza il contrario di come si comporta la dirigenza SAD che con il suo operare ha generato una vera emorragia di personale qualificato che ora sostituisce con lavoratori interinali spesso senza grandi esperienza.
Per questo abbiamo ribadito che la lotta dei lavoratori SAD non è una lotta per difendere dei sacrosanti diritti ma una lotta che riguarda la qualità del servizio offerto e quindi una lotta che riguarda l’intera collettività della provincia di Bolzano.
Mai come in questo caso dignità del lavoro fa rima con qualità del servizio.
p.USB Trentino Alto Adige – Ezio Casagranda