SAE: continua il presidio. Primi segnali di apertura.
Oggi terzo terzo giorno di sciopero dei lavoratori dipendenti della ditta di autotrasporto S.A.E di Trento in lotta per la difesa del posto di lavoro e contro la scelta aziendale di delocalizzare il trasposto merci su strada in Romania.
Una scelta inaccettabile che oltre i lavoratori che si trovano ricattati fra essere disoccupati o accettare condizioni di lavoro rumene, ma penalizza anche l’intera collettività e l’intero comparto dei trasporti locali.
Per questo ieri abbiamo chiesto all’Assessore Olivi di battere un colpo e di attivarsi per evitare che l’intero comparto della logistica e del trasporto su strada venga delocalizzato in paesi come la Romania, dove il costo del lavoro è più basso mentre diritti e normative sulla sicurezza non esistono.
Nell’incontro odierno con i funzionari dell’assessorato all’Industria abbiamo fatto presente che le nostre richieste principali – che sono alla base dello sciopero – riguardano: Il ritiro della procedura e di qualsiasi ipotesi di licenziamento; un piano industriale aziendale che, fra le altre cose, comporti il rilancio dell’intermodalità in Trentino; la questione della rappresentanza in quanto va rispettato il diritto del lavoratore di scegliersi il proprio sindacato di fiducia (Non serve un sindacato d’ufficio) costituzionale e quindi abbiamo sollecitato i funzionari dell’assessorato a convocare il prima possibile l’incontro fra SBM, SAE e OLIVI.
Oggi abbiamo avuto anche la prima e timida apertura da parte della Direzione aziendale alla quale abbiamo consegnato le nostre controproposte per sospendere lo sciopero. Attendiamo le risposte della Direzione e noi intanto continuiamo la lotta ed il presidio dell’azienda.
Purtroppo oggi dobbiamo constatare che l’Europa anziché essere motore e traino per aumentare il benessere generale della popolazione vien usato come un rullo compressore per cancellare ogni forma di welfare e per ridurre i salari e diritti dei lavoratori.
Queste politiche al ribasso sono dovute alle norme europee (direttiva Bolkestein) che permettono alle aziende, in nome del liberismo, di ricattare i lavoratori con la minaccia della delocalizzazione, ma dobbiamo anche dire che se oggi assistiamo alla “crisi dell’interporto di Trento” con il conseguente spostamento dell’itermodalità su Verona, questo è dovuto principalmente alla scelta di questa giunta provinciale di finanziare il TAV/TAC che dal punto di vista del trasporto merci taglia fuori Trento e Bolzano come possibili realtà intermodali.
Fiat (oggi FCA), Elettrolux, Marangoni, Acquafil, Martinelli, Arcese, e ora SAE sono le punte di iceberg di questa politica di abbassamento dei salari, delle tutele e dei diritti universalmente riconosciuti.
L’incontro con L’assessorato, e le aperture dell’azienda sono due piccole vittorie della lotta di questi lavoratori che con la loro determinazione rivendicano lavoro e dignità.
RSA – SBM e USB Trento