Sait: Dopo i licenziamenti la disdetta del contratto aziendale
LA SCUOLA SINDACALE DELLA CONCERTAZIONE, DELLA RASSEGNAZIONE E DEL TERRORE INVERSO HA DATO I PROPRI FRUTTI
Lo avevamo detto! CGIL, CISL e UIL nelle assemblee “blindate” a Noi vietate, ci additarono per utopisti, idealisti, scontrosi e irrazionali. A quanto sembra invece fummo più che razionali addirittura veggenti, basta rileggere ogni Nostro singolo comunicato di denuncia e di alternativa all’accordo esuberi del 2017.
I funzionari CGIL, CISL e UIL farebbero meglio a tacere, dato che il loro compito in SAIT fu quello di terrorizzare i lavoratori, evitando qualsiasi tipo di contestazione interna all’azienda, magari mobilitando pure i negozi periferici, spiegando a loro che abbassare una sola volta la testa, senza nemmeno reagire e solidarizzare, avrebbe portato allo smantellamento di qualsiasi diritto. Invece no, hanno preferito trasformare il conflitto, la lotta e la rivendicazione in concertazione garantendosi l’accesso alla stanza dei bottoni, accordandosi con l’azienda prima, solamente dopo ai lavoratori è stata data per spacciata qualsiasi altra risoluzione. Queste non sono Nostre supposizioni infondate, basta leggere la stampa locale odierna per accorgersi che tutte le tre sigle sindacali non si aspettavano una disdetta unilaterale di SAIT degli accordi aziendali, sopratutto dopo aver seguito le esigenze in materia di licenziamenti. Purtroppo non sono maldicenze Nostre. Già in altra azienda abbiamo potuto constatare il peso dei lavoratori nelle scelte dei funzionari CGIL, CISL e UIL. Già una volta ad esempio CGIL e UIL dichiararono pubblicamente ad un incontro che nelle loro organizzazioni, per la firma di determinati accordi, non serviva assolutamente il parere favorevole dei lavoratori diretti interessati (cit. UIL e CGIL in un incontro presso AMR).
Insomma questi sindacati sono bravi a uscire con i titoloni sul giornale lamentando pugni di ferro e ricatti, ma altro non hanno fatto che darci una ennesima lezione di mal sindacalismo, dove la rassegnazione e la concertazione hanno sdoganato qualsiasi azione purgativa per i lavoratori che non solo hanno visto il duplicarsi dei carichi di lavoro, ma sono stati vittime di esternalizzazioni dei servizi logistici di magazzino. Crediamo che in fondo SAIT stia dando seguito ad un percorso intrapreso grazie alla benevolenza dei sindacati e abbia intenzione di uniformarsi alle altre cooperative come ad esempio la DAO (Movitrento) inserendo un accordo aziendale basato tutto sulla produttività (ad esempio in DAO si predilige la quantità numerica di colli preparati senza considerare la tipologia e la difficoltà di preparazione o l’impegno presenza etc etc). E’ strano però che in SAIT le tre sigle si stracciano le vesti mentre in DAO difendono a denti stretti l’accordo sulla produttività. Purtroppo la logica in questi meccanismi controversi non esiste.
La lezione è servita ai lavoratori? Vedremo. Certo è che la riconquista del perduto sarà difficile e impegnativa e di sicuro i concertatori di professione non potranno portare alcuna soluzione ai lavoratori ma la sola svendita della dignità dei lavoratori e dei loro diritti.
Alla presidente Marina Mattarei invece chiediamo d’intervenire di persona in SAIT nel ripristinare quei valori cooperativistici tanto e continuamente osannati, bloccando qualsiasi azione speculativa e di mero mercato dichiarata da Dalpalù sulle sole spalle dei lavoratori, dando così seguito a quanto dichiarato da lei stessa a vitatrentina che alla domanda “In che cosa si sente di essere più erede di don Guetti?” rispose
Eh si, direi che l’hanno sbrindellata quella tonaca di don Lorenzo. Sento come un brivido questa eredità, perché ho l’impressione che negli ultimi anni si sia persa. Ormai sentir nominare Guetti è diventato un’insopportabile ridondanza, spesso per strumentalizzazione, e allora il pensiero viene violentato. Invece dobbiamo rifarci al suo pensiero e alla sua testimonianza: un conto è elaborare il pensiero, un conto è incarnarlo. Il mio sogno è poter testimoniare in maniera vera e autentica il pensiero di Don Guetti; lo dico con pudore perchè so che questo s’incardina nell’identità della gente trentina e della sua solidarietà.”
In conclusione possiamo solo dire che la lotta paga mentre rassegnazione/accettazione impoveriscono economicamente e psicologicamente il lavoratore. Come USB siamo sempre pronti ad appoggiare le lotte dei lavoratori che a queste logiche non vogliono cedere.
p.USB Lavoro Privato
Federico MENEGAZZI
Ennesima dimostrazione che la concertazione, sinonimo di rassegnazione e masochismo, in tempi terribili di guerra economica come questi, è perdente.
Vince solo una lotta dura, tenace e duratura. Questo è l’unico linguaggio che i Capitalisti, privati o cooperatori, che pari sono nei mezzi e nei fini, possono comprendere.
Quando lo capiranno i lavoratori proletari?
E si ribelleranno?
Perche’ su quelli che hanno la seconda casa, il campetto e altre rendite non si può contare.
Per un lavoratore proletario, a meno che non sia completamente coglione, la prima cosa da fare è MANDARE AFFANCULO CGIL CISL e UIL!
21 ottobre 2018: elezioni provinciali.
La campagna elettorale si trascina stanca sui media e sui santini, che nessuno legge e vanno subito a finire nel luogo loro più congruo: il bidone della carta.
La gente si guarda bene dal parlarne, come se fosse un tabù.
E fa bene, perché è fiato sprecato.
Ha ragione la vecchierella incolta quando dice che ” i è tuti li stesi!”.
Si consuma così il rito obsoleto e inutile del voto, ultima foglia di fico di un sistema democratico istituzionalmente agonizzante, ma gia’ cadavere nelle coscienze, che è ciò che conta nel lungo periodo.
Anche il Mov5☆, che pur sembrava rivoluzionario, non si differenzia dagli altri partiti incancreniti né nella sostanza né nella forma.
Usa un linguaggio moderato ed ambiguo, per non disturbare il SISTEMA CAPITALISTICO TECNOLOGICO FINANZIARIO INTERNAZIONALE, che celebra i suoi trionfi, manovrando cadute di titoli azionari e impennate di spread.
Chi va’ ingenuamente alle urne elegge dei perfetti burattini, che dovranno obbedire a poteri tecnocratici e finanziari occulti, e assai piu’ potenti ed efficenti di quelli politici e istituzionali.
Per tutti questi motivi il 21 ottobre diserto le urne, e invito tutti i veri rivoluzionari ad imitarmi.
Chi sono i rivoluzionari?
Quelli consapevolmente certi e decisi che il SISTEMA non si cambia.
Si distrugge.
PENSIERO, PAROLA e AZIONE.
Il fatto che noi rivoluzionari per ora stiamo in disparte a pensare profondamente, e a osservare gli eventi, e che non partecipiamo al vile e miserevole gioco democratico, non significa che siamo solo dei teorici.
Aspettiamo per mesi, anni o decenni, solo il momento opportuno per l’azione politica.
Ci piace muoverci solo quando il gioco si fa duro.
Per ora lasciamo che tanti utili idioti democratici ci preparino il terreno.
Ma il momento dell’azione lo decideremo sempre e solo noi.
ELEZIONI del 21.10.2018.
Non disprezzo e non condanno chi si reca alle urne, ma rivendico per me stesso, che le diserto, la stessa legittimità di scelta.
NON-VOTO PRIDE!
La Costituzione Italiana, che si fonda sul sacro principio della MAGGIORANZA, stabilisce la nullità del Referendum abrogativo, se i votanti sono il 50% meno 1, rispetto agli aventi diritto.
Perche’, quando i votanti alle elezioni politiche o amministrative scendono sotto il 50%, esse non vengono dichiarate nulle?
Quando cio’ avverrà- e avverrà presto, perché il popolo non crede più in questo sistema- la democrazia sarà sostanzialmente morta, anche se formalmente cercherà di sopravvivere a se stessa.
Da non dimenticare che dall’inizio della STORIA, cioè circa 5000 anni fa’,
la democrazia è una rara eccezione.
Anche le migliori ISTITUZIONI, come gli individui e le classi sociali, nascono maturano declinano e muoiono.
La Democrazia si trova nell’ultima fase.