Sait: Sciopero e presidio per dire No ai licenziamenti
Oggi oltre 150 lavoratori e lavoratrici del Sait hanno scioperato per l’intera giornata ed hanno presidiato la Federazione delle cooperative a Trento per contestare la scelta del Sait di dare corso a 130 licenziamenti.
Una giornata di lotta importante che ha portato dentro la Federazione la protesta dei lavoratori i quali hanno denunciato che la scelta dei licenziamenti stride fortemente con gli ideali di don Guetti e sacrifica sull’altare del profitto il patrimonio umano della cooperazione.
Ora, a nostro avviso la lotta, se veramente si vuole costringere la dirigenza Sait a rivedere le sue scelte, deve essere riportata dentro il luogo di lavoro lo scontro con iniziative di lotta articolate, pungenti ed efficaci sul piano dello scontro sindacale.
Infatti, molti lavoratori in sciopero hanno fatto rilevare che lo sciopero a giornata con preavviso è ininfluente sull’andamento dell’azienda la quale riesce ad organizzarsi per annullarne l’effetto economico. Serve che la lotta faccia un salto di qualità in risposta alla prepotenza di questa direzione.
Come USB abbiamo portato la nostra solidarietà attiva ai lavoratori in sciopero convinti che in questo momento sono fondamentali due cose: l’unità dei lavoratori e l’articolazione della lotta con modalità di lotta capaci di colpire veramente l’organizzazione aziendale anche dal punto di vista economico.
Dobbiamo far capire ai vari Dalpalù che i lavoratori sono un’importante risorsa le cui professionalità ed esperienze acquisite in anni e anni di lavoro non possono, non devono, essere mandati al macero.
Nel volantino che abbiamo distribuito al presidio abbiamo scritto chiaramente che il nostro obiettivo è quello che NESSUN LAVORATORE DEVE RIMANERE A CASA e che la lotta va articolata ed allargata a tutto il mondo Sait ed anche ai lavoratori della Movitrento i quali non possono essere individuati come possibili agnelli sacrificali per “salvare qualche posto in Sait”.
Un sindacato che vuole veramente rappresentare il “mondo del lavoro”non può accettare che la lotta sia fatta scivolare sul terreno dello scontro fra poveri, fra dipendenti Sai e dipendenti Movitrento.
Sarebbe un errore grave sia sul terreno sindacale che su quello morale e politico e quindi nessuna guerra fra poveri ma difesa del nostro diritto al lavoro ed la salario di tutti/e.
Per USB è fondamentale che – fatti salvi i prepensionamenti – si debba conquistare il CONTRATTO DI SOLIDARIETÀ per tutti/e quelli che oggi lavorano in Sait per evitare che Sait, usando i 130 licenziamenti, possa ulteriormente spremere i lavoratori per coprire inefficienze organizzative e manageriali oltre che qualche buco di bilancio.
Buco del quale i dipendenti Sait non portano nessuna responsabilità e quindi non possono essere chiamati a pagare il conto per le responsabilità di questo gruppo dirigente.
Come riteniamo inadeguata un’iniziativa sindacale finalizzata alla semplice ricerca degli ammortizzatori sociali per ridurre il danno (ricordo che stiamo parlando di persone, non di numeri) permettendo così all’azienda di riorganizzarsi per dare all’esterno il lavoro che oggi fanno i 130 lavoratori/trici
Per questo riteniamo che la lotta vada riportata in azienda, coinvolga tutti i negozi e la stessa Movitrento con un’articolazione che risponda alla scelta della “pratica dell’obiettivo”, la sola in grado di costringere la Direzione a scelte che evitino i licenziamenti.
Questo è quanto proponiamo come USB lavoro privato e su questi obiettivi nei prossimi giorni intendiamo coinvolgere i lavoratori con volantinaggi, assemblee informative per portare al tavolo della trattativa anche la voce degli iscritti USB che questa direzione continua a non voler riconoscere.
Vanno difesi i lavoratori non i profitti dell’azienda Sait.
Ezio Casagranda – USB Lavoro Privato