Salario Minimo e rappresentanza

l salario minimo a 9 euro l’ora può aiutare a rialzare i salari di tutti combattere le disuguaglianze e mettere un freno alla frammentazione dei contratti ed in particolare dei contratti pirata.

Il salario di milioni di lavoratori italiani oggi sono sotto la soglia dei 9 euro lordi anche a causa di molti Contratti Nazionali sottoscritti da Cgil, Cisl e Uil che hanno retribuzioni tabellari inferiori ai nove euro lordi.

La cifra dei 9 euro lordi che deve riferirsi ai “minimi tabellari” e non al salario lordo (che sarebbe comprensivo degli istituti indiretti come 13, TFR, ecc,,) per evitare non solo che il provvedimento sia di difficile applicazione ma anche di annullarne l’effetto di trascinamento verso l’altro delle retribuzioni che entrano nel mondo del lavoro povero.

Non è casuale la presa di posizione di Pisapia( ex sindaco di Milano) che propone un salario minimo a circa 6,5 euro oraria che ancora una volto corre a sostegno di Confindustria e mostra che questi personaggi sono legati mani e piedi alle scelte di austerità che ha governato l’Europa in tutti questi anni. Questa Europa che continuerà anche per il futuro a spremere lavoro e diritti per foraggiare banche e finanza speculativa.

I motivi principali per cui i sindacati confederali sono da sempre contrari all’introduzione del salario minimo sono da ricercarsi da una parte nel fatto che, a loro dire, se c’è una legge dello Stato che fissa una paga oraria, le imprese non sono più costrette a trattare con i sindacati per fissare dei contratti collettivi o fare accordi sul welfare aziendale e dall’altra perché contrasta con il patto di ferro con Confindustria, il cosiddetto patto per la fabbrica, che ha come obbiettivo non dichiarato di comprimere verso il basso i salari dei lavoratori italiani.

Suona strano che nonostante molti dei loro contratti stabiliscano minimi molto al di sotto dei 9 euro lordi, questi sindacati continuano a sbandierare la contrattazione collettiva come toccasana contro il lavoro povero.

Infatti il salario minimo a 9 euro l’ora si trasformerebbe in un avanzamento sostanziale per milioni di lavoratori di moltissime categorie, dalle cooperative sociali alla vigilanza, dal commercio alla ristorazione, dall’agricoltura agli alimentaristi, alle pulizie, fino ai famosi rider che sono ancora senza una regolamentazione del loro lavoro, ecc. che oggi possono considerarsi categorie del lavoro povero.

Nell’incontro al tavolo tecnico convocato al ministero del lavoro del 7 maggio scorso USB ha posto con forza il principio che l’introduzione del salario minimo non può essere una misura a costo zero, ma deve essere un provvedimento di redistribuzione delle ricchezze.

Qualcuno prende e qualcuno dà e a dare questa volta devono essere quelli che per anni hanno visto crescere la loro fetta di ricchezza.

Nella discussione sul salario minimo resta ancora in discussione la parte sulla rappresentanza e su questo tema USB ha chiesto con forza che la legge non può essere scritta da Cgil, Cisl, Uil e Confindustria ma sopratutto va assicurata la certezza, per legge, che in tutti settori si proceda periodicamente alle elezioni RSU e che l’indizione delle elezioni non sia più una prerogativa riservata ad alcuni soggetti.

Chissà se la legge sul salario minimo a 9 euro lordi tabellari si farà. Sapendo come sta il nostro paese è difficile essere ottimisti. Un dato però è acquisito: il sindacato unico (cgil cisl uil) è contro gli aumenti salariali ed ora ha il problema di spiegarlo a milioni di lavoratori.

P USB Trentino
Ezio Casagranda

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