Scuola: Solidarieta’ o spending review ?
Dopo aver letto quanto scritto dalla Cgil scuola in risposta alle contestazioni emerse durante le assemblee sindacali di valutazione sul protocollo dello scorso 8 maggio, riteniamo necessario fare alcune considerazioni in merito.
Premesso che non ci interessa la polemica con la Uil o con quanti non hanno siglato il protocollo, i motivi della nostra contrarietà al protocollo sono e rimangono di metodo e di merito.
Per quanto riguarda il metodo: Non riteniamo casuale che, le argomentazioni usate dai firmatari del protocollo, abbiano tutte la stessa radice politica. Sostituire la lotta con la concertazione fine a se stessa senza mai mettere in discussione le scelte della Giunta Provinciale, limitandosi al massimo ad applicare la “politica della riduzione del danno”.
Per quanto riguarda il merito: riteniamo che rinunciare a lottare per difendere i lavoratori esponga il sindacato ad accordi al ribasso, difficili da difendere senza cedere in contraddizione.
Dalla lettura del volantino CGIL apprendiamo che le assemblee non erano decisionali ma solo informative “…per permettere ai docenti di ricevere le informazioni sui contenuti del Protocollo sottoscritto…” e quindi nessun voto di mandato è stato chiesto ai docenti e che quanto emerso in assemblea “..farà parte complessivamente delle valutazioni che la FLC CGIL terrà presente per la prosecuzione della trattativa.”.
Affermazioni che dimostrano come la Cgil ritenga una sua prerogativa assoluta interpretare l’orientamento dei docenti espresso nelle assemblee, anziché rispettarne il voto, dimostrando ancora una volta arroganza e disprezzo nei confronti di quanti la pensano diversamente.
Ma nell’argomentare della Cgil si arriva anche a modificare il senso delle parole quando si vuole sostenere che con questo protocollo si “..vuole arrivare ad un contratto di solidarietà tra i docenti che garantisca 500 nuove assunzioni… “.
Premesso che questo protocollo è uno scambio fra diritti e lavoro, ormai divenuto normale per i sindacati complici che hanno la spending review come un totem inamovibile; e così i costi della stabilizzazione (dovuta) devono essere pagati dai docenti e dal personale ATA che devono lavorare di più supplendo alle eventuali brevi assenze che prima erano effettuate da personale non in forza alla scuola.
Ciò detto ricordiamo che il contratto di solidarietà presuppone di ridurre l’orario (lavorare meno per lavorare tutti) per tutti al fine di evitare licenziamenti o per assumere nuovo personale, ma nel caso del protocollo si aumenta l’orario dei docenti per toglierlo al personale supplente.
Quindi quello firmato è il contrario di un contratto di solidarietà in quanto chiede ai docenti dei sacrifici aumentando le ore lavorate ed in cambio si toglie quel poco di lavoro (le supplenze brevi) che per molti precari era l’unica occasione di lavoro.
Questa non è SOLIDARIETA’ ma solo l’accettazione della spending review imposta alla scuola pubblica trentina da questa Giunta Provinciale per poter mantiene inalterati i contributi alla scuola privata a confessionale.
Con questo protocollo si tenta di nascondere dietro fumose dichiarazione come la rimodulazione degli orari, i tagli alla scuola pubblica ed ai diritti di docenti e di personale ATA.
Solo quando il personale della scuola smetterà di delegare a sindacati complici il loro futuro e quello della scuola pubblica, si potrà cambiare, sostituendo i tagli con nuovi investimenti in formazione per il potenziamento della scuola pubblica, e la precarietà, con occupazione stabile, motivata e professionalmente riconosciuta.
USB c’è