Se il sondaggio sostituisce la lotta…
Oggi sul giornale il TRENTINO veniva riportata la notizia di un sondaggio della Fim Cisl sulla condizioni di lavoro (caldo) in 24 fabbriche trentine dal quale emergeva la denuncia di condizioni di lavoro disagiate rispetto alle alte temperature presenti in fabbrica e della poca disponibilità delle aziende di intervenire per una soluzione del problema.
Nei giorni scorsi abbiamo ospitato si questo blog l’intervento del compagno Menegazzi sull’effetto che il “gran caldo” avrebbe sui sindacalisti in merito al loro ruolo di rappresentanza degli interessi dei lavoratori .
Oggi dalle colonne del giornale TRENTINO scopro che il ruolo del sindacato è cambiato non solo culturalmente introitando quella della competitività e della globalizzazione ma anche nell’azione ma anche nel suo modo di agire.
Infatti dall’articolo emerge che il sondaggio ha sostituito l’iniziativa sindacale per ambiare le cose che non vanno. Quindi non si organizzano i lavoratori, non si chiede conto alle direzioni aziendali di queste situazioni che un buon sindacalista dovrebbe (se frequenta le fabbriche) conoscere senza ricorre ai sondaggi ma di fanno le indagini che servono eventualmente per strappare qualche articolo di giornale ma non per migliorare le condizioni dei lavoratori.
Noi a differenza della Fim Cisl restiamo convinti che per rendere le condizioni di lavoro compatibili con la salute dei lavoratori la lotta e l’iniziativa non sono sostituibili se veramente si vuole che le aziende facciano i necessari investimenti in materia di ambiente per evitare situazioni di pericolo dovute alle condizioni climatiche e non solo climatiche.
Infatti in fabbrica aumentano i ritmi di lavoro, le cadenze lungo le catene di montaggio e le saturazioni rendendo le condizioni di dello stare in fabbrica sempre più pesanti con conseguenze sul fisico e sulla tenuta anche psicologica dei lavoratori.
Se questo poi avviene in condizioni ambientali con un clima insopportabile causa il caldo un sindacato dovrebbe lanciare una campagna di lotta per chiedere che in questa situazione particolare si aumentino le pause, e si allentino i ritmi e le saturazioni in attesa degli interventi per risolvere il problema caldo alla radice.
Sono cose che si possono applicare da subito e non richiedono grandi investimenti ma solo la volontà delle aziende di privilegiare la salvaguardia della salute dei suoi dipendenti a quella del profitto.
Ma si sa nei tempi della globalizzazione difendere la salute a scapito dei profitti è blasfemo e s e sei fortunato sei un populista o uno che vuole distruggere il lavoro perché odia le aziende.
Certo un sindacato che sostituisce la lotta con i sondaggi che mette si preoccupa più delle aziende che dei lavoratori è quello che serve per poter continuare a precarizzare il lavoro, ricattare chi lavora, ridurre i salari e privatizzar lo stato sociale attraverso il cosiddetto welfare aziendale, fondi vari come sanifonds e altri fondi che garantiscono posti nei consigli di amministrazione a spese di chi lavora e produce.
Noi siamo diversi e lo siamo con orgoglio e vogliamo continuare a rappresentare, con i nostri limiti, gli interessi dei lavoratori contro chi pensa solo al profitto.
Ezio Casagranda
Come mai il sondaggio non fu fatto prima della morte di Carmine? Perché si deve aspettare un ulteriore morto? Perché ai padroni è concesso tutto mentre agli operai no? Qual’è l’evoluzione tecnologica e di automazione prevista se non siamo ancora in grado di creare ambienti di lavoro salubri? E’ ridicolo sondaggiare. Se si mette piede in fabbrica, in produzione, ci si rende conto del caldo asfissiante e logorante contro il quale gli operai devono battersi quotidianamente. Basta mettercelo il piede, senza soffermarsi ai piani alti e discutere con l’azienda del nulla. La FIM NECESSITA di sondaggi…. un Sindacato non necessita sondaggiare deve percepire i problemi parlando in maniera diretta con i lavoratori e non accettando le rassicurazioni aziendali. Poco serve il dialogo. Bisogna organizzare i lavoratori, VERAMENTE, non impaurendoli o dividendoli. Insomma l’articolaccio a firma FIM ha il suo perché e svela l’utilità di organizzarsi in un sindacato confederale di massa economica e non più di massa proletaria. Se questo è il loro percorso verso l’industria 4.0 c’è da preoccuparsi e tremare dal freddo… e non sia mai che esca pure il sondaggio invernale.
W la lotta lotta sindacale sul campo, cioè a stetto contatto con i lavoratori e nelle piazze.
Ciò che fa USB, e hanno smesso di fare CGIL-CISL e UIL, che si limitano ai sondaggi e alle roboanti dichiarazioni sui media, e che sono sempre più succubi, in degna compagnia dei burattini politici, del sistema capitalistico tecnologico-finanziario internazionale e del DIO MERCATO.
Mandiamo affanculo questi traditori della classe operaia, che hanno ridotto la loro funzione alla sopravvivenza dell’apparato e di se stessi.