Solidarieta’ a Stefano
Come USB abbiamo scritto sulla grande giornata di lotta e di mobilitazione delle donne e di quanti hanno deciso di incrociare le braccia sulla base di una piattaforma internazionale e che attraverso lo sciopero hanno voluto riportare l’8 marzo al suo vero significato di lotta e di protesta.
Una giornata pienamente riuscita sia sul versante della lotta che sulle iniziative promosse dal movimento delle donne “non una di meno” che ha visto una grande partecipazione di cittadini/e e di lavoratrici/ori e che anche a Trento ha visto diverse iniziative fra cui anche la passeggiata serale per le vie della città.
Purtroppo al termine della camminata il compagno Stefano Bleggi è stato vittima di un’aggressione da parte degli alcuni anarchici che non può trovare giustificazione alcuna.
Nel portare a Stefano ed ai ragazzi del Centro Sociale tutta la mia solidarietà tengo a ribadire che l’aggressione a Stefano è una pesante ferita inferta non solo ad un compagno ma ad un movimento di lotta trasversale che anche a Trento sta muovendo i suoi primi passi.
Nello stesso tempo però non condivido quanti usano parole pesanti come “squadrista” o cercano di assimilare anarchici con fascisti o peggio ancora la scelta, questa si inaccettabile, di collegare – come cerca di fare il questore di Trento – questo grave atto violento con la lotta contro il vallo tomo di Mori.
Se il fatto violento degli anarchici va condannato, senza se e senza ma, con la stessa forza va condannato il tentativo di paragonare la lotta popolare di Mori, anche questa traversale, in quanto composta da semplici cittadini, da singoli consiglieri comunali, da forze politiche, associazioni, comitati locali, sindacati di base, no tav e anarchici.
Non accetto che si usi questo aggressione al compagno Stefano per criminalizzare una lotta sociale per la difesa del territorio come nel caso della tribù delle fratte.
Non si può condividere il sottile tentativo di nascondere dietro l’atto di violenza degli anarchici, la vera violenza sociale: quella messa in campo del profitto e dalla finanza contro il 99% della popolazione che si concretizza ogni giorno attraverso le morti sul lavoro, la disoccupazione e la precarietà generalizzata.
La grande partecipazione allo sciopero, le iniziative, i dibattiti che hanno caratterizzato la giornate di lotta e di protesta di mercoledì 8 marzo anche se turbata dalla grave aggressione non può e non potrà fermare la voglia di continuare la lotta sugli obiettivi che sono alla base della piattaforma internazionale sulla quale in 48 paesi del mondo lavoratori e lavoratrici sono scesi in sciopero per dire che, finché ci sarà sfruttamento dell’uomo sull’uomo, non potrà esserci ne parità di genere ne giustizia sociale.
Ezio Casagranda
Bell’esempio di paraculaggine.
Gli anarchici hanno fatto un attacco politico ad un corteo femminista, tenendo lontani i volti pubblici della protesta di mori, ma avendo comunque il benestare di questi ultimi.
Ezio, complimenti. Meglio tardi che mai comunque perchè, se ignoravi (anche) questo vergognoso e squallido episodio squadristico (di stampo fascista), sarebbe stato poi difficile seguirti sulla tua strenua politica di oppositore del sistema capitalistico che tanti danni stà procurando all’umanità anche perchè siamo molto lontani da essere capaci oppositori e capaci di prospettarne una via d’uscita che non siano i soliti sussulti di ribellione.
Solo una battuta invece sul “vallo tomo” (ho già espresso la mia posizione su “Trentino” del 9 febbraio): quando si perde politicamente (e la partita è – purtroppo – persa – piuttosto che interstardirsi volendo a tutti i costi aver ragione, è meglio ragionare sui perchè della sconfitta. Ciao, antonio.
Ti allego l’articolo mai pubblicato da L’Adige :
Caro Pierangelo,
leggo in ritardo la tua risposta sulla incancrenita vicenda del “vallo-tomo” di Mori. (Ora non ricordo più a chi rispondevi…)
Rilevo la tua audacia nel rigettare drasticamente e senza appello le posizioni di chi difende quel territorio come esempio di “monumentale” ricchezza paesaggistica da valorizzare oltre che di fatica contadina. Tu difendi a spada tratta, di più, ti senti partecipe dell’esecutivo di una giunta provinciale che reclama il diritto di intervenire a tutti i costi nonostante proposte alternative.
Esalti il ruolo “democratico” dei poteri istituzionali, della giunta comunale come loro fossero immuni da errori e avessero, perchè eletti, la verità in tasca.
Sappiamo bene quanto è resarcibile un danno fatto da una qualsiasi giunta o comunale (peggio se provinciale) una volta stabilito il dolo. Tutti assolti o quasi!
Gli esempi mi sembra che sono stati elencati da più parti: chi paga per i terreni di Mattarello (30 milioni di euro)? Chi paga per l’affaire Albere (vedi documento di QT di Gianfranco de Bertolini)? Chi paga per i flop del NOT? Chi paga per le acciaierie di Borgo (in fallimento) dopo che sono state rimpinguate di danaro pubblico? Chi paga per i continui foraggiamenti delle società decotte degli impianti di risalita dove la neve non c’è più? Ecc.Ecc. Senza andare indietro, dove la tragedia di Stava non ha mai messo alla berlina le responsabilità di una politica collusa con i più scaltri affaristoi. Allora, caro Pierangelo, hanno o no ragione di dubitare chi non crede nella bontà di soluzioni calate dall’alto senza che ci sia un vero confronto con tutta la popolaziuone ivi residente? A meno che tu non creda ciecamente che la gente si opponga solo per bere in compagnia il vin brulè, o il panettone, o tanto per tirare sera. No loro vogliono preservare qualcosa che li conforta e li tiene uniti alla feritilità di un passato che ha dato cibo e vita e che fa bello il presente.
Direttore l’Adige
22/12/16
a me
Caro Antonio,
per me la democrazia è quella scritta a chiare lettere dai Padri costituenti della Costituzione, che indicano nelle istituzioni democraticamente elette i titolari legittimi dell’azione. Se vi sono inadempienze esiste la magistratura sul piano penale, e sul piano politico e civile le elezioni successive. Ogni altro auto-proclamato potere che si oppone alle istituzioni democratiche è, secondo la Costituzione italiana e secondo le leggi, illegittimo e arbitrario.
Buon Natale
Pierangelo