Soldarietà agli occupanti del comune di Mori

“I benpensanti non accettano che si segua una strada diversa dalla loro”
cit. Sandro PERTINI

In relazione “all’occupazione” dell’ufficio del sindaco Barozzi di Mori, tutta l’Unione Sindacale di Base del Trentino solidarizza con gli occupanti membri della Tribù delle Fratte, ammirandone azione e coraggio e facendo nostro il pensiero di Sandro Pertini, che fu ardito del popolo e non gendarme, non che noto Presidente della Repubblica
“Nella vita a volte è necessario saper lottare, non solo senza paura, ma anche senza speranza”.
Non consideriamo la scelta di chi, approfittando delle cariche istituzionali, si permette di innescare un processo mediatico contro la cittadinanza che denuncia arroganza e incapacità gestionali da parte di chi dovrebbe garantire sicurezza e certezze a lavoratori e residenti esposti al pericolo. La fiaccolata di sabato 28 gennaio 2017 ha visto la partecipazione di (cosa mai vista a Mori) 400 cittadini, infuriati, i quali chiedevano la messa in sicurezza del diedro, necessaria per la salvaguardia della vita umana di residenti ed operai.
Inaccettabili sono le istituzioni che, alle pressanti richieste della cittadinanza, rispondono con insufficienza ribadendo sempre che le soluzioni adottate dalla Provincia sono uniche e indiscutibili (INFATTI IL VALLO TOMO CON I SUOI SEI MESI DI LAVORO VERRA’ FATTO PRIMA DELLA STABILIZZAZIONE OBBLIGATA DEL DIEDRO PER LA QUALE NON ESISTE ANCORA UN PROGETTO) , escludendo qualsiasi altro sistema di messa in sicurezza del diedro (soluzioni alternative proposte da dottori di fama internazionale e di tecnici con le stesse competenze di quelli provinciali), schierando le forze poliziesche per quietare e terrorizzare i cittadini.
Va denunciata pure l’ignoranza del sindaco moriano che in fronte ad un tema così importante come la sicurezza della popolazione, non è in grado di presentare, non avendolo lui stesso si suppone, alcun documento inerente al funzionamento e all’utilità reale dei sistemi di allarme posti sul diedro, continuando ad affermare come un disco rotto “io mi fido di quanto mi dicono” ignorando di fatto che lo stesso ragionamento venne usato pure a l’Aquila come qui sotto riportato
“In seguito all’intensificarsi dello sciame sismico in marzo 2009 la Protezione Civile convoca comunque il 31 marzo 2009 a L’Aquila una riunione della Commissione grandi rischi con la presenza dei vertici dell’INGV, la quale sentenzia la non pericolosità della situazione sismica nell’aquilano. Fra le affermazioni pronunciate nella riunione vi è anche la previsione secondo cui in caso di ulteriori scosse non vi sarebbe stato alcun danno strutturale agli edifici. Si scoprirà poi che il verbale della riunione non fu redatto e firmato in giorno stesso, ma solo ad evento avvenuto, motivo per cui la Commissione stessa finirà successivamente sotto inchiesta giudiziaria da parte della Procura dell’Aquila. A questo si aggiungono le numerose denunce presentate dai familiari delle vittime che erano rientrate o rimaste nelle case dopo le dichiarazioni rassicuranti della Commissione” cit. Wikipedia.org.
Nell’incontro di lunedì 30 gennaio 2017, lo stesso sindaco ammetteva di non avere mai letto alcuna documentazione relativa al monitoraggio del diedro, non sapendone assolutamente l’utilità; ci domandiamo allora come abbia potuto lui stesso organizzare sabato 28 gennaio 2017 una serata di presentazione del piano di evacuazione ai cittadini interessati, dando per certificato ed efficace l’utilizzo di sistemi di monitoraggio senza, ribadiamo noi, aver alcun documento attestante la
funzionalità degli stessi.
Alla specifica domanda dei cittadini se“i sistemi di monitoraggio sono stati adeguati successivamente alla relazione del dott. Barla, dato che lo stesso ci dice che sono insufficienti quelli già esistenti?” il sindaco ha risposto confermandoci l’adeguamento e ampliamento del monitoraggio successivamente alla relazione Barla e che avrebbe provveduto la sera stessa a consegnarci la necessaria documentazione.
BALLE!
Dall’incontro di mercoledì 1 febbraio 2017, con i vertici dell’UOPSAL (ente preposto per la sicurezza dei lavoratori) i quali ci hanno confermato che nel piano di sicurezza della ditta Misconel successivo a loro detta, alla relazione Barla di metà gennaio 2017, compaiono come soluzione di sistema d’allarme l’utilizzo dei sensori applicati il primo in luglio 2016 e il secondo in novembre 2016 perchè altri non ce ne sono, gli stessi sistemi che il dott. Barla valutava come monitoraggi insufficienti per constatare il reale e tempestivo spostamento del diedro.
All’Uopsal poi abbiamo chiesto un intervento sul cantiere per verificare la reale esistenza di un piano di evacuazione facendo una simulazione preventiva e la valutazione dei sistemi di monitoraggio, il tutto per la salvaguardia a 360° di lavoratori e cittadini, facendo pressione pure sul committente (la Provincia e il Comune) nell’accertare la possibilità di ancorare il diedro, cosa che prima o dopo va fatta data la necessità di operare con una demolizione controllata degli ammassi rocciosi.
In fronte a tutto ciò, alla salvaguardia della VITA dei lavoratori e dei cittadini, troviamo più che giusto l’azione della Tribù delle Fratte e stigmatizziamo tutta la politica che solidarizza con Barozzi, senza neppure sapere il perchè si è dovuti arrivare ad una presenza pacifica nell’ufficio di Barozzi, e in barba alle accuse dei politici (che costantemente ingrassano a suon di privilegi) non è stata fatta violenza verso nessuno, non è stato interrotta l’attività comunale, non si è danneggiato alcun che (va ricordato che su richiesta di Barozzi gli si è dato subito tutto ciò che gli serviva come ad esempio pc e una traga che di fatto ha consegnato ad una dipendente comunale).
USB appoggia appieno fin dalle origini la lotta della Tribù, partecipandovi attivamente denuncia il comportamento ARROGANTE delle istituzioni, condannando il metodo OPPRESSIVO adotto dalla Provincia militarizzando Mori, con il solo scopo di incutere paura nella popolazione, evitando un confronto sulle alternative e non apportando alcun sistema reale di sicurezza di lavoratori e cittadini.

USB del Trentino
Ezio Casagranda- Federico Menegazzi – Daniel Agostini

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