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Trentino superpronto! Sempre, se si parla di tagli alla scuola pubblica.
In una recente notizia ANSA ho letto un comunicato sulla scuola del Presidente della Provincia di Trento, Ugo Rossi. Nel comunicato Ugo Rossi, col solito stile propagandistico, con riferimento al “Patto educativo” di Renzi, afferma che il Trentino è “superpronto”, anzi, “è già partito”. Rossi si esprime con frasi ossimoriche che manifestano il netto contrasto tra l’intenzione, a parole, di investire sulla scuola, e la “serie di atti concreti” che la PAT ha “iniziato a compiere” e che risultano invece mirati a ridurre la spesa nella scuola pubblica. Come può affermare con tanta spudoratezza che “la stabilizzazione dei precari” avviata a Trento “significa offrire più posti di lavoro ma anche più ore di insegnamento e meno per le attività collaterali”? Come possono aumentare i posti di lavoro se si aumentano le ore di insegnamento a scapito di “attività collaterali” svolte dai docenti? È evidentemente un controsenso! Ne sanno qualcosa i precari della scuola. Sia quelli che, in seguito al recente accordo firmato dalle Organizzazioni Sindacali CGIL FLC e CISL Scuola, confidavano quest’anno in un’assunzione a tempo indeterminato, peraltro dovuta, ma che comunque non c’è stata, sia quelli che, purtroppo, non avranno quest’anno neanche un incarico a tempo determinato in seguito alla soppressione delle supplenze brevi. E sicuramente questa non andrà a vantaggio della qualità della scuola, nel senso che la supplenza fatta da un docente qualsiasi, purchè già in servizio, secondo l’unica logica del “tappar buchi’, tanto per risparmiare, non ha ovviamente la stessa efficacia formativa di una supplenza fatta da un docente precario specializzato nella stessa area disciplinare del docente da sostituire. Nel comunicato Rossi manifesta anche la sua intenzione di chiedere al Ministro Giannini di “portare le superiori da 5 a 4 anni”. E anche qui è evidente la volontà della PAT di tagliare sempre e solo i finanziamenti e i posti di lavoro nella scuola pubblica. Proprio quest’anno la PAT, come ha dichiarato sempre Ugo Rossi in un recente comunicato stampa, ha aumentato gli investimenti nella Formazione Professionale, gestita peraltro soprattutto da Enti privati, avviando in alcuni settori il quinto anno propedeutico agli Esami di Stato. Che senso ha, mi domando, dichiarare, il 2 settembre, l’intenzione di chiedere “di portare le superiori da 5 a 4 anni” e, dopo solo due giorni, il 4 settembre, con un altro comunicato stampa, annunciare con fierezza la novità dell’avvio del quinto anno nella Formazione Professionale? Allora, anche in questo caso, vedo proclami e atti concreti apparentemente “confusi”, ma in realtà tutti coerenti con la volontà di ridurre gli investimenti nel settore dell’Istruzione. Ritengo opportuno ricordare, peraltro, che il quinto anno nella Formazione Professionale Provinciale era stato richiesto e ottenuto dalla PAT in seguito a un altro taglio enorme alla scuola pubblica, effettuato, guarda caso, solo in Provincia di Trento. Mi riferisco in particolare allo smantellamento totale dell’ Istruzione Professionale di Stato, deliberato dalla Giunta Provinciale nel 2010. Non stupisce quindi l’affermazione di Ugo Rossi riferita al Patto Educativo di Renzi, “Trentino superpronto”. Si sa che è così: se ci sono tagli da fare alla scuola pubblica, il Trentino è sempre pronto, anzi, “superpronto”. Stupiscono, piuttosto, le reazioni della CGIL FLC che, a livello nazionale, ha dichiarato lo stato di mobilitazione generale contro la Buona scuola Renziana e qui a Trento, invece, ha già firmato un accordo che è stato giustamente definito “un’avanguardia” rispetto al Patto educativo annunciato da Renzi .
Stefania Squassoni
USB SCUOLA