Un referendum sui trattati europei
Prosegue in diverse città italiane la campagna lanciata dal movimento anticapitalista Ross@, tesa ad ottenere che si possa celebrare un referendum di indirizzo costituzionale sui Trattati Europei che stanno strangolando economicamente e socialmente il paese.
Gli attivisti di Ross@ stanno raccogliendo le firme sia nei banchetti per strada sia online sulla propria pagina facebook.
La sottoscrizione popolare è su una petizione alla Presidenza della Camera dei Deputati affinchè consenta – come avvenuto nel 1989 – un referendum di indirizzo costituzionale sui Trattati Europei. Il consenso che questa richiesta sta incontrando tra i lavoratori e la gente comune è nettamente superiore alle reticenze e alle resistenze del mondo politico rispetto alla proposta di tenere il referendum contro i vincoli europei.
La volontà e la sovranità popolare anche in materia di trattati internazionali, si stanno rivelando ormai un aspetto decisivo dell’avanzamento o dell’arretramento della democrazia rappresentativo nel nostro paese. Soprattutto quando dei trattati approvati esclusivamente in sede istituzionale e senza alcuna forma di confronto con i cittadini, condizionano così pesantemente le scelte e priorità in materia economica, sociale, lavorativa.
L’introduzione costituzionale sull’obbligo del pareggio di bilancio, il Fiscal Compact, il Two Pack, il Six Pack, il Mes, sono i cappi al collo che impongono alla gente le misure di austerità decise a Bruxelles e Francoforte dalla Bce e dall’Unione Europea. I risultati devastanti di queste misure sono sotto gli occhi di tutti: disoccupazione di massa, impoverimento diffuso, tagli alla sanità e ai servizi sociali, blocco dei salari e delle pensioni.
Ross@ intende incalzare il Parlamento e i gruppi parlamentari affinchè anche in Italia – come in altri paesi europei – si arrivi ad un referendum che approvi o abroghi i trattati europei sottoscritti arbitrariamente dalle autorità italiane.
La campagna di raccolta delle firme proseguirà fino alla fine di febbraio e ai primi di marzo le firme e la petizione per il referendum verrà consegnata alla Presidenza della Camera e ai gruppi parlamentari. In quella occasione ogni forza politica dovrà assumersi le proprie responsabilità nel consentire o impedire che il paese possa pronunciarsi democraticamente nel merito.
Ross@
Ho qualche perplessità sul fatto che un referendum di tipo abrogativo sia possibile sui trattati internazionali