Una manovra di classe

Se qualcuno nutriva dei dubbi, l’esposizione da parte di Monti della manovra economica, la quinta del 2011, che lui stesso ha definito “salva Italia”, ha chiarito che siamo davanti ad un manovra di classe.
Una manovra pesante che drena oltre 30 miliardi dalle tasche dei cittadini onesti dalla quale sono esonerati l’alta borghesia, i grandi patrimoni immobiliari e finanziari, banche, speculatori, finanzieri da strapazzo, corrotti e corruttori che hanno invaso tutti i gangli dello Stato.
Ma quello che è peggio e questa manovra non intacca minimamente le cause, strutturali e non, che hanno generato il debito del nostro paese (dal trasferimento annuo di oltre 40 miliardi di euro al sistema impresa, alle grandi opere, alle spese militari, al mantenimento delle truppe all’estero, i costi della corruzione e dell’evasione, ecc).
Tagliare queste spese avrebbe dato gli stessi risultati economici, introdotto un fattore di equità e giustizia sociale. Nascondersi, da parte del Governo, dietro la classica foglia di fico “ci è stata imposta dall’Europa” suona come una presa in giro di milioni di italiani e non ne cancella la sua natura di manovra classista.
L’Europa (leggi BCE, triade, ecc) ha chiesto di recuperare risorse, non di affamare milioni di pensionati o tartassare chi lavora e produce, sgravare ulteriormente le imprese, privatizzare i servizi pubblici, tassare la prima casa di abitazione (che ricordo al professor Monti) per la stragrande maggioranza dei cittadini ha significato almeno 20 anni di sacrifici e rinunce e per altri significa fare i conti con un mutuo che cresce a dismisura.
Se poi leggiamo nel mentre per i cosiddetti capitali “scudati” (che poi sono i capitali che molti evasori e non, hanno portato illegalmente all’estero) questa scelta appare non solo offensiva ma come una vera e propria umiliazione.
Ma non solo, nella manovra non è prevista nessuna iniziativa credibile contro l’evasione fiscale (sarebbe bastato mettere in atto la proposta di rendere obbligatori tutti i pagamenti, sopra i 20 euro tramite bancomat o carta di credito per rendere l’evasione un’ impresa titanica o quasi impossibile.
Nella sua esposizione Monti si è scusato per non essere riuscito a fare di più a causa del poco tempo a disposizione riferendosi alla necessità di ulteriori interventi in materia di diritto del lavoro.
Fornero, piange ma sono sicuro che le sue lacrime non sono dovute al taglio delle pensioni ma al fatto che non è riuscita, dato il poco tempo, ad abrogare l’articolo 18 (anche questo chiesto dall’Europa) per facilitare i licenziamenti, modificare, secondo quanto richiesto dalle imprese le norme (pardon, vincoli di tremontiana memoria) sulla sicurezza sui posti di lavoro (ogni anno sull’altare del profitto vengono sacrificate, o meglio uccise, oltre 1.000 lavoratori).
Davanti a questo preoccupante scenario appaiono sconfortanti le reazioni dei partiti presenti in Parlamento che salvo qualche eccezione voterà questa manovra per la quale Monti, chiederà la fiducia (sembra su indicazione del Berlusca).
Vergognoso è quanto successo alla conferenza stampa quando la ministra Fornero, nel silenzio della stampa presente ha sostenuto che l’innalzamento dell’età pensionabile è una scelta di libertà “nessuno ci obbliga a comperare casa o metter su famiglia, perchè il governo dovrebbe obbligarci ad andare in pensione ad una certa età?” Si è chiesto la Fornero prima di piangere.
Nessuno ha ricordato alla Fornero che quanto detto è una FALSIFICAZIONE della realtà in quanto anche oggi nessuno (salvo i licenziati) è obbligato ad andare in pensione prima dei 66 anni.
Oggi, notizia del TG3 delle 14 di oggi la Formero ha precisato che nella sua riforma, oltre a quanto già conosciamo, dopo il 1 gennaio 2018 sarà eliminata la pensioni di anzianità. Quindi chi inizierà a lavorare dopo la scuola dell’obbligo(17 anni) dovrà lavorare almeno 49 anni per poter accedere ad una pensione di fame se nel frattempo non avrà rinunciato ad un pezzo di salario per fare la pensione integrativa ( naturalmente sperando che il fondo non fallisca).
Per i sindacati che hanno proclamato solo 2 e 4 ore di sciopero per lunedì 12 per protestare penso possa essere un elemento di riflessione…….
Noi dobbiamo dire con forza che abbiamo già dato e non accettiamo ulteriori sacrifici organizzando una capillare controinformazione e organizzando forme di lotta e di protesta che sappiano andare oltre alla protesta e quindi resistere nel tempo per cancellare una manovra classista e di regime targata Monti.

Ezio Casagranda

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