Una vittoria al ribasso
“L’antipolitica è stata sconfitta” questo è il commento a caldo del governatore Dellai.
Lo schiaffo alla Lega è riuscito e la maggioranza provinciale fa quadrato, dopo essersi trincerata quasi totalmente, con l’eccezione di qualche illuminato, dietro l’invito all’ astensionismo inserito dentro alla stravagante quanto inquietante categoria della “legittima difesa”. Premesso che l’opportunismo della Lega era evidente, il Caroccio ultimamente non ne azzecca una, a mio parere quella del Referendum sulle Comunità di Valle è stata una pagina tutt’altro che felice, per la democrazia in Trentino.
Infatti ciò che ha trionfato è stato l’astensionismo qualunquista, sentimento che troppo spesso si percepisce sempre più fitto nei ragionamenti di molti giovani e meno giovani. Questi si definiscono sempre più estranei a ciò che succede dentro i palazzi
della “politica” e hanno passato la loro domenica, convinti che chi parlava di referendum provenisse da un altro pianeta. L’estraneità di chi popola le nostre valli e il nostro capoluogo a un‘ iniziativa di democrazia diretta, aldilà di chi fosse il suo promotore, ci mette in guardia della distanza dei cittadini da ciò che
dovrebbe essere espressione della loro volontà.
Basta guardare il dato del voto legato alle Comunità di Valle confrontarlo con quello di domenica di chi è andato a esprimersi per il si o per il no, ciò che ha prevalso sempre è la disaffezione verso un ente nato per facilitare la vivacità dei territori.
Michel Foucault diceva: “ spesso la classe politica produce ciò che sostiene di rappresentare” e non aveva tutti i torti, così vengono solo tutelati gli interessi di chi dall’alto influenza ben poco democraticamente il territorio, avendo come bussola le direttive dei soliti “poteri forti”.
Credo fortemente che fra qualche anno ci ricorderemo di questo referendum e lo vivremo come un’occasione mancata di far tornare con i piedi per terra la nostra Autonomia, che a volte più che in un bene comune per far crescere il territorio si trasforma: in un cumulo di prebende da distribuire sullo
stesso.
Mi è capitato svariate volte di discutere con persone competenti in materia e quando faccio riferimento ai nostri cinque livelli amministrativi vigenti oggi per governare 500.000 persone, queste non riescono proprio a spiegarsi tale spreco.
E’ vero che il Trentino è una terra con una sua specificità, ma tale specificità non deve essere giocata allo scopo di allargare le clientela di una provincia fin troppo presente e influente nelle scelte dei suoi cittadini.
Il qualunquismo ideologico usato come deterrente contro la Lega è stata un’ arma che ha vinto l’avversario populista con un mezzo altrettanto becero, una vittoria al ribasso fuori da sane regole democratiche.
Jacopo Zannini
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