USB indice lo sciopero generale per il 23 settembre
Per l’occupazione, il lavoro, lo stato sociale e contro le politiche economiche e sociali del governo Renzi.
L’USB ha proclamato lo Sciopero generale di tutte le categorie pubbliche e private per l’intera giornata del 23 settembre 2016.
Lo sciopero generale e’ indetto:
- per l’occupazione, il lavoro e lo stato sociale;
- contro le politiche economiche e sociali del governo Renzi dettate dall’Unione Europea;
- per la difesa e l’attuazione della Costituzione e il NO alle modifiche proposte dal governo;
- contro l’attuale sistema previdenziale e la controriforma Fornero, la riforma Madia, il jobs act, l’abolizione dell’art.18, il contratto a “tutele crescenti”, la precarietà sul lavoro, l’attacco al potere d’acquisto dei salari e al Contratto nazionale;
- per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego, per l’aumento di salari e pensioni, per il reddito per tutti, per la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario e per la sicurezza sul lavoro;
- contro le privatizzazioni, la deindustrializzazione del paese, le delocalizzazioni e per la nazionalizzazione di aziende in crisi e strategiche per il paese;
- per la scuola e la sanità pubblica e il diritto all’abitare;
- contro la Bossi-Fini e il nesso permesso di soggiorno – contratto di lavoro per garantire pari diritti a tutti, indipendentemente dalla nazionalità;
- per un fisco giusto senza condoni agli evasori;
- per la democrazia sui posti di lavoro ed una legge sulla rappresentanza che annulli l’accordo del 10 gennaio 2014.
Una data, quella del 23 settembre, che ci dà quel tempo sufficiente per costruire adeguatamente uno sciopero generale che incida concretamente sui posti di lavoro.
La nostra Piattaforma rivendicativa “Voglio lavoro e stato sociale”, sulla quale stiamo raccogliendo migliaia di firme, è al centro dei temi contenuti nell’indizione di sciopero.
Allo stesso tempo lo sciopero è strettamente collegato al nostro forte e determinato NO al Referendum con il quale Renzi intende modificare la Costituzione ed imporre un sistema istituzionale sempre meno democratico e sempre più autoritario.
uspichiamo che tutte le forze sindacali e sociali realmente alternative, democratiche e conflittuali, condividano il percorso verso lo sciopero generale e che insieme si possano costruire tutte le fasi attraverso le quali giungere ad un’azione comune verso il 23 settembre.
Costruiamo lo SCIOPERO GENERALE in ogni posto di lavoro, in ogni città e in ogni piazza e strada del nostro paese.
Firmiamo e facciamo firmare la petizione on line. Raccogliamo le firme nei posti di lavoro, nelle piazze e nelle strade di tutto il paese.
NICOLAI, un pentito di sinistra? Di sinistra? Ma dai?!?
Butto giù come viene.
Le osservazioni dell’Assessore vicentino Umberto Nicolai sul suo aver ”da giovane” partecipato a qualche manifestazione vicentina per i “trasporti gratis” (di questo si trattava sostanzialmente: libri e mense -non mensa – erano roba da Università di Padova) non andrebbero nemmeno prese in considerazione. Ma visto che hanno suscitato la legittima e corretta presa di posizione di un sindacato di base (CUB) è forse il caso di aggiungere qualche precisazione.
La partecipazione di Nicolai ai movimenti di lotta studenteschi che, giustamente, chiedevano “trasporti gratis per i figli di operai” (i figli dei borghesi o andavano in “macchina” o comunque potevano pagarseli) è stata del tutto occasionale e saltuaria, roba di qualche mese o forse di qualche settimana. Il tempo di mettersi in mostra, concedere un’ intervista al Giornale di Vicenza spacciandosi per militante di Potere Operaio (nel 1970 faceva ancora figo). Ricordo come un mio amico di allora, Alberto Galeotto, leggendola scuotesse il capo, interdetto, pensando a “che figura ci fa fare questo qui”. Ricordo anche che Nicolai non era assolutamente tra i 12 (come gli apostoli) studenti che vennero processati nel dicembre del 1973 per fatti avvenuti due anni prima (ancora una settimana e il “reato” sarebbe andato in prescrizione). Quel dicembre 1971 un folto corteo di studenti che manifestava per i “trasporti gratis per i figli degli operai” (con il senno di poi, volendo, anche una battaglia ecologista ante litteram) venne bloccato all’inizio della salita che portava alla Prefettura (contrà Gazzolle). Una ventina di noi partì di corsa caricando (per una volta i ruoli si invertivano) i cordoni della polizia che reagì duramente, a manganellate. Ci ritrovammo in cima alla strada, di fronte alla chiesa dei Servi, ma il resto del corteo era rimasto (saggiamente? Opportunisticamente?) giù in fondo. Ricordo che qualcuno ci salutava timidamente con la manina…forse per la serie “vorrei ma non posso”. Naturalmente in quanto militanti eravamo tutti ben conosciuti e presto arrivò la denuncia per manifestazione non autorizzata e altre aggravanti. Quasi tutti erano di Potere Operaio, un paio anarchici e uno del PCI (ma in realtà doveva essere lì per sbaglio, mi pare dovesse scrivere un articolo per L’Unità e comunque non si presentò al processo). C’erano, oltre al sottoscritto: Alberto Galeotto, Tiziano Zanella, Patrizia Moneta, Maurizio Merlo, Mario Piccinini, Stefano Crestanello, Roberto Lauricella…e altri di cui intravedo il volto, ma non ricordo il nome.
Diseredati, non potevamo nemmeno permetterci un avvocato e solo la generosità del compianto Ferdinando Landi, radicale, ci consentì una difesa in tribunale (del tutto gratuita, ca va sans dire).
Ritengo che questo sia stato l’episodio culminante delle lotte per i trasporti nel vicentino (e forse anche il canto del cigno) e non ricordo proprio la presenza di Nicolai.
Quindi in realtà non è un pentito (come sosteneva la sindacalista Turetta), non può esserlo perché non ha praticamente nulla di cui pentirsi.
Evidentemente intuì già allora l’opportunità di tenersi alla larga da cortei e manifestazioni e dedicarsi ad altro, costruirsi una carriera. Ora tenta di nobilitarla inventando un passato militante. Quasi un gioco delle parti con il suo compagno di classe alla Magistrali, l’attuale sindaco Variati che, a suo dire -di Nicolai – era il classico “bravo ragazzo studioso”, mentre lui avrebbe “rappresentato la contestazione” (vedi su “Testa, cuore, occhi – 150 anni di storia del Fogazzaro”). Se Variati è sempre stato, coerentemente, un democristiano, di Nicolai non saprei – e non mi interessa – dare una definizione.
Prosegua per la sua strada, ma ci risparmi questi amarcord su quanto fosse di sinistra da giovane, un espediente per rafforzare indirettamente le sue attuali posizioni e scelte politiche che qualsiasi cosa siano non sono certo di sinistra.
Tanto per la cronaca (per la Storia sarebbe un altro discorso).
Gianni Sartori