USB: Riflessioni sui congressi delle federazioni
In tre grandi sale del Grand’hotel dica d’Este di Tivoli, presso Roma, si sono svolti nei giorni 13 e 14 maggio scorsi i congressi nazionali del Lavoro Privato, del Pubblico Impiego, di Asia e dei Pensionati. Per tutte le federazioni si è trattato del secondo congresso. Il 14 maggio ASIA e pensionati sono confluiti nel congresso della Federazione del Sociale con migranti e precari. Le due giornate sono trascorse nelle tre sale con un ritmo serratissimo di relazioni e interventi alla presenza di centinaia di delegati da tutta la nazione.
Naturalmente è presente a tutte/i che la contaminazione dei temi del Sociale attraversano l’intera Confederazione. L’abitare come diritto primario inalienabile e non conculcabile, fondamento delle relazioni e dell’essere protagonisti della vita e delle scelte che investono i territori. Un diritto all’abitare compromesso in Italia da un mercato edilizio che a fronte di 3 milioni di alloggi vuoti (6 se si calcolano le seconde case) si registra un continuo susseguirsi di sfratti eseguiti con ferocia, senza che vi sia uno sbocco nell’edilizia pubblica che è divenuta residuale, al 3,5% di fronte alla media del 20% nel resto d’Europa. La stessa uscita dal mondo del lavoro con il pensionamento non rappresenta affatto l’uscita dalla classe lavoratrice, anzi rappresenta la naturale linea di collegamento tra lavoro, contesto sociale e territorio con alcuni elementi di specifica attenzione nella difesa e avanzamento del sistema pensionistico pubblico, della sanità pubblica che sono obiettivi comuni che legano le generazioni e i generi.
Il Pubblico Impiego, da ora più correttamente Lavoro Pubblico, è il luogo di battaglia per la riconquista e l’avanzamento dei diritti dei lavoratori. Ma contemporaneamente i lavoratori pubblici sono la prima linea della difesa dello stato sociale, del diritto di accesso ai servizi di qualità per tutti e per tutta la vita. Due fronti da cui le organizzazioni sindacali storiche si sono ritirate per attestarsi a copertura delle politiche governative e UE di smantellamento di scuola, sanità e previdenza pubbliche, di accompagnamento ai processi di privatizzazione dell’intero comparto pubblico e della cogestione dei fondi pensione e sanitari privati con una pratica contrattuale da cui ricavano spazi di sistemazione per gli apparati sindacali. Ciò comporta che ci sia un fermento sempre più diffuso e un’attenzione significativa su USB e i suoi militanti nei luoghi di lavoro con battaglie narrate in tanti, tanti interventi, dove entusiasmo e preoccupazione per lo sforzo che ci si para davanti vanno alla pari. Presente la Federazione Mondiale dei Lavoratori Pubblici, di cui Pierpaolo Leonardi è stato da poco eletto segretario a Kathmandu (Nepal) durante i lavori del XII Congresso del Sindacato Mondiale dei Lavoratori Pubblici (TUI, Public Service and Allied) aderente alla Federazione Sindacale Mondiale (WFTU/FSM) il 14 febbraio scorso. Contro Leonardi il governo nazista e golpista dell’Ucraina ha intentato una ridicola azione legale cui ha fatto eco la scandalosa dichiarazione di amicizia all’Ucraina da parte del governo italiano. Molta emozione ha accompagnato la dichiarazione di solidarietà ai prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane.
Sono stati infine condivisi gli obiettivi fondamentali dell’organizzazione per i prossimi mesi: 1) entro l’anno il raggiungimento del 5% degli iscritti nei vari comparti del Lavoro Pubblico e 2) in primavera ’18, per i comparti interessati, la presenza e la battaglia per entrare nelle rappresentanze sindacali unitarie (RSU). Le linee generali della strategia per quanto riguarda il Lavoro Pubblico prevedono: 1) il rientro nel settore pubblico di tutte le agenzie periferiche e l’assunzione di un milione di lavoratori altamente competenti. 2) La stabilizzazione dei precari. Sul fronte dei rinnovi contrattuali: 1) E’ definito l’obiettivo di 300 € mensili di aumento per tutti. A fronte dei classici 85 € su cui stanno cincischiando governo e sindacati “gialli”. Potrebbe apparire un’esagerazione, ma a conti fatti, considerato il blocco decennale della contrattazione e il congelamento delle progressioni di carriera risulta semplicemente ragionevole. 2) Riduzione dell’orario di lavoro fino a 32 ore settimanali. Si tratta infatti di un segno di inversione di tendenza rispetto alla soggezione alle compatibilità dettate al governo dal sistema bancario, dal sistema delle imprese multinazionali oltre che dall’UE.
Sono tutti obiettivi che si scontrano con le logiche dei trattati e che vedono l’UE come ostacolo e controparte irriformabile. L’unione Europea non ha nulla a che vedere con i popoli, con i diritti, con la democrazia. La partecipazione di USB a Eurostop significa la condivisione delle sue parole d’ordine: no euro no UE no NATO.
Il ricordo e l’omaggio commosso, a più voci del nostro sempre Abd El Salam hanno rappresentato il richiamo alla determinazione alla lotta. La presenza dei lavoratori della GLS – logistica nella grande assemblea delle lavoratrici e lavoratori delle aziende private ne ha portato testimonianza.
Naturalmente non può non colpire la complessità del settore con lavoro operaio nell’industria manifatturiera, nell’energia, nelle telecomunicazioni, nei trasporti e nella logistica, nel lavoro agricolo e bracciantato. I lavoro nella grande distribuzione, nelle pulizie e multi servizi, nell’igiene ambientale, nelle cooperative sociali e nel così detto terzo settore. Il lavoro c’è, il lavoro operaio pure. Chi non li vede è cieco e in malafede contemporaneamente.
Il terzo settore presunto no profit e il volontariato, riformato da Renzi con il Civil ACT, cela interessi economici giganteschi, terreno di conquista, con metodi ben altro che trasparenti, di cooperative d’ogni colore, enti religiosi non solo cattolici, imprese sociali legate a Confindustria che suppone di lavarsi l’anima in questa operazione di falsificazione della realtà, fondazioni e ONG dalle mani lunghe in affari incartati di belle parole. Mentre diritti conculcati e salari da fame sono la regola. Le Istituzioni pubbliche sono sottoposte a razzia sotto la copertura di un manto di belle parole. Si intrufolano accanto ai lavoratori pubblici, creando assieme alle cooperative e al precariato spinto condizioni di divisione all’interno del lavoro privato, ma anche dello stesso lavoro pubblico, determinano un meccanismo di erosione della funzionalità dei servizi e di transito progressivo alla privatizzazione del settore pubblico. Sono il volano di accelerazione dello sfruttamento e della competizione fra lavoratori per l’erosione progressiva dei diritti e dei salari.
Una piattaforma generale del settore privato deve contenere questi obiettivi generali: riduzione dell’orario di lavoro a condizioni di salario inalterate, di contro ai rinnovi contrattuali promossi da CGIL CISL UIL con riduzione di salario e aumento di lavoro, con quote di salario scambiate con fondi previdenziali e sanitari complementari, enti bilaterali e via prelevando e proliferazione di poltrone per i sindacati gialli; Abolizione del Jobs Act, dei contratti atipici, ritorno all’art. 18 dello statuto dei lavoratori; Reinternalizzazione di tutti i servizi pubblici privatizzati nell’ambito del Lavoro Pubblico; Investimenti per la sicurezza del lavoro; Intervento pubblico diretto nei settori strategici del sistema produttivo: energia, trasporti, industrie di base.
Per questi obiettivi è necessaria la crescita di un sindacato di base, lo smantellamento degli apparati sindacali che inibiscono l’iniziativa dei lavoratori e tolgono loro voce. E’ necessario ripristinare o attivare la democrazia sindacale. Il rinnovo delle rappresentanza sindacali o il loro avvio è un obiettivo per attivare l’iniziativa e la consapevolezza operaia per un nuovo ciclo di lotte.
USB ha superato una grave crisi che ha investito soprattutto il gruppo dirigente. Ma i suoi connotati di sindacato di base e di classe che unisce tutte le categorie del lavoro ha spinto un numero sempre più ampio di lavoratori a prendere l’iniziativa dentro l’USB che è in crescita tumultuosa. Con la crescita sorgono alcuni problemi di organizzazione che molti hanno sottolineato in tutte le federazioni. In particolare è emersa la domanda reiterata quasi come un’invocazione di formazione dei quadri di base, dei delegati. Su questo terreno ogni territorio si deve attivare per trovare le forme più rapide per avviare attività di confronto e formazione.
I congressi hanno rappresentato uno sforzo organizzativo imponente, ci hanno consentito di confrontarci e misurarci con le esperienze vive di crescita di consapevolezza e di lotta, ci hanno dato entusiasmo e determinazione a porci con forza e determinazione obiettivi sempre più ambiziosi per riprendere l’iniziativa, riconquistare i diritti persi e ripartire per nuovi obiettivi per la costruzione di una comunità del lavoro giusta e solidale. Ma a noi resta ben chiara anche l’idea che la forza di USB sta nei suoi quadri di base nei delegati e nei rappresentanti interni ai luoghi di lavoro e che l’organizzazione è una funzione per la riunificazione dei lavoratori, per rendere efficace la loro iniziativa sempre attenti a non riprodurre apparati sindacali che progressivamente si allontanano dai lavoratori.
USB Trentino – Paolo Goffo