Vendemmia: in Trentino si premiano gli evasori
A proposito della richiesta del Consiglio Provinciale Trentino all’INPS di non fare ispezioni nelle attività produttive agricole
I controlli INPS sugli evasori sono un bene comune per tutta la collettività
Innanzitutto piena ed incondizionata solidarietà agli ispettori e alle ispettrici INPS che fanno il loro dovere cioè sanzionare chi fa lavorare in nero i propri collaboratori.
Secondo: vergogna per l’ordine del giorno approvato dal Consiglio Provinciale nel mese di aprile che invoca che venga “legalizzata l’illegalità” del lavoro nero, chiedendo agli ispettori dell’INPS di non operare secondo il proprio dovere invitandoli in questo caso a fare i fannulloni.
Potremmo già chiudere qui questa riflessione.
Dato che questa strisciante forma d’intimidazione nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici dell’INPS è sostenuta da una campagna di disinformazione e falsità, messa in campo per operare nel malaffare è bene che l’opinione pubblica, ed in particolare i lavoratori dipendenti, gli artigiani, ed i commercianti trentini sappiano in che condizione di “ vessazione “ versano le attività produttive agricole nella nostra provincia.
Il primo luogo comune usato: “ci danno le multe perché un mio parente era con me nel campo”. Falso. La legge prevede che per tutte le attività agricole stagionali o occasionali (compresi l’agriturismo!) possano lavorare parenti ed affini sino al quarto grado (quindi anche i cugini del marito rispetto alla moglie), senza comunicazione alcuna (ad esempio all’INAIL) o annotazioni nel libro unico.
Inoltre per i comuni montani (in concreto in Trentino tutti, si veda regolamento della Provincia) possono ,in deroga alle leggi sul collocamento e senza “oneri previdenziali”, assumere in forma stagionale o a tempo parziale altri coltivatori diretti iscritti negli elenchi di categoria: quindi è prevista anche la sussidiarietà tra i coltivatori del settore senza alcun onere burocratico o economico.
Infine “dulcis in fundo”. Il settore agricolo del Trentino è in sostanza tutto inserito nelle zone “montane” e grazie a ciò è riconosciuto uno sgravio contributivo che consente di pagare solo il 25% di quanto previsto dalla legge per tutti gli altri settori.
Se proprio vogliamo esagerare, ricordiamo che le aree agricole ricadenti in Comuni montani o parzialmente montani sono esenti dal pagamento dell’IMU.
Ora se dopo tutte queste agevolazioni si ricorre al lavoro nero, al contrario di quanto chiesto dai poco onorevoli consiglieri provinciali sarebbe il caso di aumentare il controllo e raddoppiare le sanzioni.
E’ bene rammentare che non pagare i contributi ed evadere le tasse è un danno grave per la collettività, che a differenza di altri paesi garantisce a tutti (anche agli evasori) istruzione e sanità gratuite, nonché pensioni sociali o integrate al minimo delle quali è ricco il settore agricolo.
I controlli tutelano anche gli imprenditori onesti che rispettano le leggi, e che poi sul mercato vedono la concorrenza sleale di questi “furbetti del Trentino”.
Infine due parole sul Consiglio Provinciale Trentino. Con questa votazione è riuscito a scrivere una ulteriore triste pagina nella storia delle istituzioni del nostro territorio. Dopo la vergona dei vitalizi e degli emolumenti per la “casta” politica, adesso siamo alla difesa dell’illegalità per racimolare qualche voto alle prossime elezioni. Etica e senso della Stato per i componenti istituzionali sono ormai valori del passato. La cosa triste che possono continuare ad operare nel silenzio assordante di una comunità ormai passiva e supina.
Alcune riflessioni sull’occupazione in Trentino
Unione Sindacale di Base